Quelle prime parole di Zanardi
E’ stata al suo fianco, con la moglie Daniela e il figlio Niccolò, fin dal suo ricovero al San Raffaele di Milano. Stringendosi la mano, si sono trasmessi energia a vicenda: da una parte la dottoressa Federica Alemanno, neuropsicologa, dall’altra Alex Zanardi, il campione paralimpico che dallo scorso 19 giugno sta combattendo la sua battaglia più dura, dopo il grave incidente occorso sulle colline senesi. Quel giorno, con la sua handbike finì contro un autotreno che procedeva nella carreggiata opposta: riportò un fracasso facciale e arrivò in elisoccorso all'ospedale di Siena con un quadro neurologico compromesso. Quando Alex si risvegliò, nel nosocomio milanese, la dottoressa Alemanno era con lui.
LE SUE PAROLE. Lo ha raccontato sulle colonne del Corriere della Sera: «Quando ha iniziato a parlare è stata una grande emozione, nessuno ci credeva. Lui c’era. E ha comunicato con la sua famiglia». Trentasei anni e un’esperienza già importante nella medicina d’avanguardia, compresa la riabilitazione neurologica, la specialista lo ha seguito passo passo. A fine settembre era stato proprio il San Raffaele di Milano, il nosocomio dove il campione era ricoverato dal 24 luglio, a rimarcare l’importanza dei transitori ed iniziali segnali di interazione con l’ambiente. Esattamente quelli a cui ha fatto riferimento la dottoressa, abituata a lavorare con pazienti alle prese con delicati processi di riabilitazione cognitiva e motoria, ma anche con coloro che hanno subito interventi chirurgici al cervello, da svegli ("awake surgery"), sotto sedazione, che lei segue direttamente dalla sala operatoria anche senza avere il bisturi in mano.
LE INTEGRAZIONI. Intanto, sono state depositate dall’ingegner Dario Vangi, incaricato dalla Procura di Siena, le integrazioni alla consulenza chieste dai legali della famiglia Zanardi in relazione all’incidente. Adesso toccherà alla Procura stabilire se archiviare la posizione del camionista indagato o rinviarlo a giudizio.