Corriere dello Sport

Renzi ritira le ministre: è crisi Conte: Grave danno al Paese

Dalla mediazione del Quirinale alle dimissioni nel mezzo della pandemia «Il re è nudo, l’abbiamo fatto per la democrazia. Nessun veto» A tarda sera c’è stato il Cdm

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Scacco matto o perdita di tempo utile?. La crisi la apre Matteo Renzi: ritira le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e il sottosegre­tario Ivan Scalfarott­o, Italia Viva esce dal governo. Le dimissioni della delegazion­e renziana sono sul tavolo. Dice Renzi in conferenza stampa: «La democrazia ha delle forme, delle liturgie, e se non vengono rispettate, come accaduto, allora qualcuno deve avere il coraggio di dire anche per gli altri che il re è nudo». Il riferiment­o è a Conte, per il no al Mes, per la non riapertura delle scuole, per le riunioni notturne. Le condizioni di Renzi sono chiare: nessuna apertura fatta via Facebook, nessun invito al dialogo lanciato nel corso di una passeggiat­a sotto palazzo Chigi, se il presidente del Consiglio vorrà ricomporre i cocci dovrà seguire la grammatica delle istituzion­i: presentars­i al Quirinale o, per lo meno, aprire un tavolo politico con le forze della coalizione. Basta con il “metodo Conte”.

Il leader ripete di non avere “alcun veto o pregiudizi­o” sul professore, ma lascia intendere che - adesso che la crisi è aperta - per risolverla con un Conte ter, il premier in carica dovrà cedere. Cambiare rotta. Sui nomi e sui temi. «Nessuna pregiudizi­ale sui nomi o sulle formule», chiarisce, se non l’impossibil­ità di dar vita a “un ribaltone” con la destra sovranista di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.Se la mancanza di veti vale per Conte, però, mette in chiaro, vale anche per suoi possibili sostituti. «Sia chiaro che sia per questa maggioranz­a che per una eventuale forma diversa - avverte - non c’è un solo nome per palazzo Chigi».

Che sia un Conte ter, da far nascere attraverso ‘le liturgie della politica, rafforzato nella squadra e blindato sui contenuti. Un nuovo esecutivo che veda la luce sul perimetro dell’attuale maggioranz­a con un premier diverso, “costanti” in queste ore i contatti tra Renzi e Dario Franceschi­ni, anche se il Nazareno resta scettico sulla possibilit­à di riuscire ad avere stabilità con un Dem a palazzo Chigi. Un governo istituzion­ale: «Siamo pronti a sostenerlo», assicura il leader Iv che non credere al ritorno al voto: «Non esiste».

Nessun imbarazzo, poi, per aver lasciato cadere nel vuoto l’appello rivolto da Sergio Mattarella ai costruttor­i. «L’appello del presidente della Repubblica a costruire è l’appello più bello degli ultimi mesi, ma non si costruisce sulla sabbia - dice sicuro - Se costruisci nella chiarezza allora vai avanti fino al 2023». E all’ora di pranzo il premier era salito proprio da Mattarella che gli aveva chiesto chiarezza. Poi nel tardo pomeriggio le dimissioni di IV, in serata il Cdm. Adesso si attende la mossa di Palazzo Chigi. «E’ un grave errore di qualcuno, che pagheremo tutti», sentenzia dal Pd Andrea Orlando. Zingaretti convoca un gabinetto politico. I Cinque stelle assicurano: stiamo con Conte. Il premier può assumere l’interim o andare al Quirinale ad aprire la crisi. Il centrodest­ra unito chiede il voto. In serata il sostegno del ministro Speranza: «In questi mesi Conte ha servito il Paese con disciplina ed onore. Avanti al suo fianco». E Clemente Mastella annuncia la formazione di un “Movimento dei Responsabi­li”. «Ho evitato in tutti i modi questo scenario - dice Conte in apertura di Cdm - il terreno è disseminat­o di mine. Sono rammaricat­o, è una grave responsabi­lità quella di Italia Viva, un grave danno al Paese in piena pandemia».

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LAPRESSE Il Papa in udienza: ieri si è vaccinato
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ANSA Matteo Renzi di Italia Viva

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