Corriere dello Sport

NOTTI DI LUNA ROSSA

Barche futuristic­he da 100 km/h e spettacolo: ad Auckland parte la corsa italiana alla Coppa America detenuta dalla Nuova Zelanda

- di Emanuela Di Mundo

Mancano poche ore all’inizio della Prada Cup, anticamera dell’America’s Cup, ovvero della sfida per il trofeo più antico del mondo con i suoi 170 anni di storia. La Coppa America è molto di più di una sfida sportiva, è un duello senza esclusioni di colpi per affermare la propria supremazia in mare come in terra. Dal 1970 sono state introdotte le regate di selezione, diventate Louis Vuitton Cup dal 1983 e oggi Prada Cup, per stabilire chi è in grado di affrontare il duello con il Defender, ovvero il vincitore della Coppa America, colui al quale tutto o quasi era ed è concesso, essendo autorizzat­o a stabilire le regole per la sfida successiva.

DI NOTTE.

Da questa notte, ad Auckland in Nuova Zelanda, alle tre ora italiana, vedremo Luna Rossa e gli altri due sfidanti combattere per la conquista della nuova coppa, ma soprattutt­o per vedere premiati i loro sforzi e sognare di poter realmente conquistar­e la “vecchia brocca” portandola via ai neozelande­si. In gara team molto forti, pochi perché gli unici in grado di fare gli ingenti investimen­ti richiesti dalla sfida con le nuove barche, “tentacolar­i” monoscafi volanti, con vele doppie e senza boma e un sacco di altre futuristic­he diavolerie che le fanno avvicinare sempre di più agli aeroplani.

GLI INGLESI.

Ineos Team Uk è capitanato da Sir Ben Ainslie, cinque medaglie olimpiche che gli sono valse il titolo di Sir dall’Ordine dell’Impero Britannico e una madrina d’eccezione per la sfida quale Kate, Duchessa di Cambridge. Il sogno è quello di riportare la Coppa in Inghilterr­a, là dove è nata. Gli inglesi di Ineos non hanno brillato nelle regate delle World Series a dicembre, ma sarebbe un errore considerar­li fuori dai giochi. Un problema con l’idraulica, dirà Ben Ainslie al termine della serie, ma abbiamo ragione di credere che il team abbia lavorato senza sosta perché nelle ultime regate test, Ineos sembra aver recuperato tanto da destare parecchie preoccupaz­ioni soprattutt­o con venti sostenuti.

GLI AMERICANI.

American Magic è capitanata da Terry Hutchinson. E’ la barca del New York Yacht

Club, Circolo imbattuto dal 1851 al 1983, fino a quando Australia II ha spostato il baricentro. Con quattro vittorie e due sconfitte nelle World Series è certamente un team temibile con Dean Barker al timone, il neozelande­se che nel 2000 ha inflitto un bruciante 5-0 in Coppa, proprio a Luna Rossa.

GLI ITALIANI.

Luna Rossa si presenta più forte che mai, tanto motivata da non far mistero di voler vincere la Coppa fin dal lancio di questa sua quinta sfida, in barba ad ogni scaramanzi­a. Due timonieri sono l’asso nella manica del

team, Francesco Bruni e James Spithill che non devono spostarsi da una parte all’altro dello scafo, calandosi nei “buchi” ad ogni manovra, ma che in perfetta sincronia come hanno più volte dimostrato, riescono a fare manovre strepitose, molto veloci e con lo scafo sempre fuori dall’acqua.

LE BARCHE. Gli AC 75: 20,7 metri di lunghezza più 2 di bompresso sono gli oggetti più strampalat­i che potessimo mai immaginare. Monoscafi con due bracci laterali di 4,5 metri da tirare su e giù con l’abilità e la sensibilit­à necessaria per non fare attrito sull’acqua ma per far volare la barca rasentando i 100 chilometri orari, senza mai scendere. Neanche durante le manovre. Gli scafi sembrano molto simili, ma ci sono differenze nelle rotondità delle linee e nel disegno, più o meno aerodinami­co della parte sotto dello scafo. Interpreta­ta dai team a secondo delle condizioni di mare e vento che pensano di trovare nella baia di Hauracki (Nuova Zelanda) mentre la stagione si avvia verso l’inverno. Le vele sono tornate ad essere tali, ma molto pesanti, di carbonio e doppie.

 ??  ?? Azzurra ha aperto la strada italiana alla Coppa America: era il 1983, skipper Cino Ricci e timoniere Mauro Pelaschier. Il team arrivò alle semifinali della Louis Vitton Cup e si ripresentò con meno fortuna nell’edizione del 1987
Nel 1987 oltre ad Azzurra era in acqua anche Italia, skipper Aldo Migliaccio e timoniere Tommaso Chieffi. Il team raggiunse il settimo posto nella Louis Vitton Cup di quell’edizione
Voluto da Raul Gardini, il Moro di Venezia nel 1992 fu la prima barca italiana a vincere la Louis Vuitton Cup battendo la Nuova Zelanda e a giocarsi la Coppa America, persa contro America Cube. Il timoniere era Paul Cayard
Azzurra ha aperto la strada italiana alla Coppa America: era il 1983, skipper Cino Ricci e timoniere Mauro Pelaschier. Il team arrivò alle semifinali della Louis Vitton Cup e si ripresentò con meno fortuna nell’edizione del 1987 Nel 1987 oltre ad Azzurra era in acqua anche Italia, skipper Aldo Migliaccio e timoniere Tommaso Chieffi. Il team raggiunse il settimo posto nella Louis Vitton Cup di quell’edizione Voluto da Raul Gardini, il Moro di Venezia nel 1992 fu la prima barca italiana a vincere la Louis Vuitton Cup battendo la Nuova Zelanda e a giocarsi la Coppa America, persa contro America Cube. Il timoniere era Paul Cayard
 ?? GETTY IMAGES ?? Due partecipaz­ioni di Mascalzone Latino, nel 2003 assieme a Luna Rossa e nel 2007 assieme a +39. Vasco Vascotto skipper, Flavio Favini timoniere
Luna Rossa in volo sull’acqua +39 (che sarebbe il prefisso per chiamare l’Italia dall’estero) ha partecipat­o all’edizione del 2007. Lo skipper era Luca Devoti, il timoniere Ian Percy
Quinta partecipaz­ione dopo il 2000, 2003, 2007 e il 2013. Proprio l’anno del debutto il sodalizio voluto da Bertelli vince la Louis Vuitton Cup e perde poi la Coppa America contro la Nuova Zelanda. Lo skipper era Francesco De Angelis
GETTY IMAGES Due partecipaz­ioni di Mascalzone Latino, nel 2003 assieme a Luna Rossa e nel 2007 assieme a +39. Vasco Vascotto skipper, Flavio Favini timoniere Luna Rossa in volo sull’acqua +39 (che sarebbe il prefisso per chiamare l’Italia dall’estero) ha partecipat­o all’edizione del 2007. Lo skipper era Luca Devoti, il timoniere Ian Percy Quinta partecipaz­ione dopo il 2000, 2003, 2007 e il 2013. Proprio l’anno del debutto il sodalizio voluto da Bertelli vince la Louis Vuitton Cup e perde poi la Coppa America contro la Nuova Zelanda. Lo skipper era Francesco De Angelis

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