Colpi di Tare le certezze della Lazio
Le ultime due sessioni di mercato deludenti e il ds pensa a come ringiovanire l’organico Dei nuovi acquisti gioca solo Reina Fares ko, Muriqi ancora in ritardo e Pereira non trova collocazione I big presi nel biennio 2015-17
Da Acerbi a Immobile così il ds ha costruito la squadra Champions Ma i nuovi stentano
Venti milioni per la Lazio sono come settanta per la Juve. Lotito, si può dire, non aveva mai speso tanto o per la precisione poco di più (23 compreso il prestito) soltanto una volta, nel 2009, per riscattare Zarate a furor di popolo. Era un’altra epoca. Qualche mese dopo si era già pentito e sarebbe nata una guerra finita (e non ancora conclusa) nelle aule giudiziarie. Ecco perché nessuno, fidandosi delle intuizioni di Tare, si aspettava che l’impatto di Muriqi nel calcio italiano si rivelasse così deludente. L’ex centravanti del Fenerbahce, limitato dagli infortuni, non può essere questo. Sinora ha giocato pochissimo (8 presenze totali per una media di 32 minuti a partita) spingendo Inzaghi a chiedere con decisione la conferma di Caicedo, appetito dalla Fiorentina e da altri club a caccia di un attaccante. Domani mancherà Correa e il Panterone affiancherà Immobile. Muriqi si accomoderà in panchina come Pereira, l’altro acquisto di punta dell’estate scorsa, molto meno reclamizzato perché arrivato in prestito dal Manchester United. Il belga con origini brasiliani, per tecnica e colpi, è largamente la miglior riserva a disposizione di Inzaghi, ma come è spesso accaduto in passato con altri giocatori scelti dal diesse non ha un ruolo specifico. Giocava esterno nel 4-2-3-1 e non riesce a inserirsi nel 3-5-2 della Lazio, anche se Simone sta provando a reimpostarlo in alternativa a Correa.
SOLO PEPE. Nel derby giocherà ancora la vecchia Lazio. Quella nata e costruita nel biennio tra il 2015 e il 2017, durante la
Sei trofei vinti
Chiusa la carriera di calciatore nella Lazio, Tare accetta nel 2008 il ruolo di coordinatore dell’area tecnica del club biancoceleste L’anno seguente consegue a Coverciano il diploma di direttore sportivo con il massimo dei voti. Ha vinto 3 Coppe Italia e 3 Supercoppe fase di passaggio dalla gestione Pioli a quella di Inzaghi. Dei nuovi acquisti troverà posto nel blocco dei titolari soltanto Reina, 38 anni, svincolato dal Milan, preso come alternativa di esperienza a Strakosha. Per affrontare la Champions ci vogliono due portieri e quello forse è l’unico ruolo in cui la Lazio ha risposto attraverso il mercato con un’operazione adeguata. Serviva un rinforzo in difesa e dopo una lunga attesa per Kumbulla, mollato alla fine di luglio, Tare ha ripiegato sul ritorno di Hoedt, candidato alla panchina come Escalante (ex capitano dell’Eibar, preso a gennaio 2020 a costo zero) e Akpa Akpro, promosso dalla Salernitana, per rendimento sinora da considerare il miglior acquisto dell’ultima sessione di mercato. Inzaghi ci vede la reincarnazione di Onazi e appena può lo mette dentro. Fares, pagato 10 milioni, è ancora fermo per uno stiramento al polpaccio e tornerà il 24 gennaio con il Sassuolo.
LE CERTEZZE. Oggi, da quella parte, servirebbe un rinforzo e non solo il ritorno di Lulic. La Lazio, si sa, è abituata ad aspettare i suoi acquisti, non li brucia nel giro di sei mesi. E’ già una sorpresa che sia finito fuori rosa Denis Vavro, su cui il ds aveva investito quasi 11 milioni nell’estate precedente. Altra sessione deludente di mercato in cui erano stati acquistati Adekanye e Jony (già ceduti) oltre all’arrivo di Lazzari, su cui si era imposto e aveva insistito a lungo Inzaghi. Nel 2018, perso De Vrij,
Simone aveva preteso Acerbi per sistemare la difesa. Tare ha appena chiuso l’acquisto di Dimitrije Kamenovic, classe Duemila, esterno di fascia sinistra o difensore centrale. Costerà 3 milioni e arriverà a luglio. Il ds pensa a come ringiovanire l’organico e gettare le basi per rinnovare un gruppo che comincia a essere datato. Se Lulic aveva raccolto il testimone lasciato da Kolarov, in dodici anni non è mai stato trovato un erede di Radu, il cui arrivo risale alla Prima
Repubblica di Formello, quando il governo tecnico apparteneva a Sabatini. La Lazio, è chiaro, dovrà provare a vincere il derby con il talento dei colpi più riusciti di Tare (da Luis Alberto a Milinkovic, passando per Leiva, Caicedo e Luiz Felipe) aggiungendo la corsa da quattrocentista di Marusic. Immobile, invece, lo scelse Lotito che ora vorrebbe tornare a incidere di più sul mercato: Alessandro Moggi glielo propose durante gli Europei in Francia, Inzaghi si tuffò a pesce sulla candidatura di Ciro. Fosse arrivato tale Enner Valencia sarebbe stata scritta un’altra storia...
Questo gruppo è nato con la guida Inzaghi Kamenovic chiuso in anticipo per luglio