Corriere dello Sport

Quel vantaggio sprecato

- di Alberto Dalla Palma

La Juve ha dovuto aggrappars­i a Rafia, un giovane talento tunisino che di solito gioca nell’Under 23, per eliminare il Genoa allo Stadium ai supplement­ari ed entrare nei quarti di una Coppa che ha conquistat­o quattro volte nelle ultime sei stagioni.

La Juve ha dovuto aggrappars­i a Rafia, un giovane talento tunisino che di solito gioca nell’Under 23, per eliminare il Genoa allo Stadium ai supplement­ari ed entrare nei quarti di una Coppa che ha conquistat­o quattro volte nelle ultime sei stagioni. L’Inter, qualche ora prima, aveva chiesto aiuto a Lukaku per espugnare Firenze quando il verdetto sembrava ormai affidato ai rigori dopo l’1-1 firmato da Vidal e Kouame. Così, alla fine, il confronto a distanza di Coppa Italia, in attesa della sfida che domenica notte può dare un indirizzo nuovo al campionato, è finito in parità anche nei minuti giocati: 120 a testa, senza sconti. Pirlo e Conte hanno fatto una fatica enorme per andare avanti, proprio come era accaduto a Pioli martedì sera. Una bella mezz’ora in più sulle gambe di questi tempi, al ritmo di tre partite a settimana, non è poco anche se molti titolari, bianconeri e nerazzurri, sono entrati solo quando era strettamen­te necessario.

Conte, per esempio, ha impiegato Hakimi e Lukaku nel finale e per guadagnars­i un altro derby con Ibra, ha dovuto aspettare 119’: pensate se l’Inter fosse uscita anche da questo torneo, dopo aver perso l’Europa, che peso avrebbe dovuto sopportare domenica in una partita che può davvero creare lo scompiglio in testa alla classifica. Pirlo per qualificar­si di minuti ne ha attesi 104, nonostante il doppio vantaggio accumulato in avvio con Kulusevski e Morata: ad un certo punto, dopo tanti ragazzi, ha dovuto richiamare anche Ronaldo perché il Genoa era riuscito a risalire la corrente con Czyborra e Pjaca e stava mettendo in crisi la difesa bianconera. Consideran­do anche il valore degli avversari, alla fine l’Inter è apparsa più tonica della Juve, che non è riuscita a proteggere un successo apparso scontato subito dopo il 2-0.

La Juve si presenterà a San Siro senza uomini come Alex Sandro, Cuadrado, De Ligt e Dybala: tanta roba, davvero. L’Inter, invece, giocherà il derby d’Italia con la squadra migliore e gli interpreti principali del gioco contiano: Barella, Hakimi, Lautaro e, naturalmen­te, Lukaku. Gli stessi che stavano conquistan­do l’Olimpico gialloross­o domenica scorsa prima che il tecnico li dividesse sul più bello, cioè quando la squadra sul 2-1 poteva giocare a campo aperto per cercare il tris e invece ha subìto il pareggio. Al Franchi, Conte ha agito al contrario: quando ha capito che la Fiorentina, sull’1-1, stava diventando troppo pericolosa ha inserito i due giocatori più decisivi della stagione: Hakimi e Lukaku, che ha segnato il gol qualificaz­ione a pochi secondi dalla sentenza dei rigori. Non c’è Inter senza Romelu, ormai è chiaro da tempo. Quella di ieri è stata solo una conferma in più.

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