Pelagotti: In A con il Palermo in due stagioni
«Sono venuto con quest’obiettivo Il primo posto non è ancora svanito Nessuno ha più ambizione di noi»
Uno dei leader di un Palermo che tenta di avvicinarsi alla vetta se non per raggiungere la Ternana, per essere ammesso direttamente ai play off nazionali, evitando ulteriori sfide nel proprio girone. Alberto Pelagotti racconta, testuale, di aspettarsi «ben altro perché non abbiamo fatto niente se non ci sistemiamo nelle prime posizioni», e qualcuno non mancherà di ironizzare. In realtà, il portiere rosanero non ha bisogno di ricorrere alla malizia: se deve dire una cosa, ci va diretto: «L’anno nuovo è nato al meglio, però se parlo di obiettivi, faccio autocritica, ancora siamo indietro».
Giovani come Rauti e Lucca vi danno una mano.
«Non li considero ragazzini con poca esperienza, sono giocatori veri, spesso hanno tolto le castagne dal fuoco».
Il loro segreto?
«Per ambizione non ci superano, noi vecchietti ne abbiamo di più, ci stiamo giocando una fetta importante della carriera. Sono bravi e, caso mai, più spensierati. Castagnini prende sempre i migliori e con Rauti e Lucca ha centrato un nuovo colpo: faranno carriera».
Palermo frenetico e sciupone. A volte domina e alcuni non entrano in campo con il piglio giusto.
«Non mi va di parlare del vecchio anno, analizziamo la partita con la Cavese: non è risultata semplice, bisogna sfruttare meglio le occasioni, essere cinici sotto porta. In compenso ci abbiamo provato con testardaggine ed è arrivato il gol, sia pure ai titoli di coda. Per il resto, siamo essere umani».
A quasi 32 anni, qual è l’emozione Palermo?
«Ho ancora due stagioni di contratto, il traguardo non è la C o la B, ma arrivare in A. Sono venuto per questo. Non sarà facile, ce la faremo».
La B in questa stagione? Con i play off?
«Nella mia testa “malata” sono convinto di non aver perso la possibilità del primato, voglio godermi il film fino all’ultimo. Anche gli altri sbaglieranno!».
Crede veramente che Ternana e Bari possano mollare?
«Non smetterò di sognare: quando diranno che la Ternana è aritmeticamente in B, mi metterò il cuore in pace e si ripiegherà sui play off, l’altra strada per arrivare alla promozione».
Questa è di Boscaglia: «Voglio vincerle tutte!». La responsabilità, però, è vostra.
«Boscaglia è un allenatore vincente, sa quello che vuole a differenza di alcuni di noi che sono alle prime armi e di altri che hanno vinto poco. Giusto che lo dica. E’ anche il nostro pensiero».
Diciotto gol segnati, 17 subiti. La differenza non è delle migliori. I numeri hanno importanza?
«Ci sta che si possano analizzare. Senza garanzia di verità. Ricordo che a Empoli, Sarri aveva la mania di leggere le statistiche già nello spogliatoio dopo ogni partita e tante volte malgrado il 70% di possesso palla, 20 tiri in porta contro 2 e supremazia territoriale, alla fine avevamo perso per 2-0. Nelle ultime giornate abbiamo segnato quattro gol subendone uno. Meglio esaminare la prestazione, preferisco piuttosto rivedere i novanta minuti».
L’assenza di Almici pesa?
«Alberto ci ha dato tanto anche a livello umano, nel suo ruolo però abbiamo “trovato” Accardi che, malgrado sia un centrale, sta facendo bene».
Santana simbolo rosanero.
«Non voglio che sia considerato come un ex. Ha avuto la rottura del tendine, il coronavirus e si è ripreso. Magari non ha i minuti sulle gambe, ma una volta in condizione, può risultare decisivo».
Domenica, ritorno al Barbera con il Francavilla. E subito dopo il Teramo, sempre in casa. Il calendario è dalla vostra parte.
«In casa, vietato ormai rubarci la “merenda” (ride). Per essere il vero Barbera, stadio di cui mi sono innamorato da avversario, mancano ancora i tifosi. Comunque, non intendiamo fermarci». Esca dal campo. Cosa dice in famiglia su come finirà il campionato.
«Moglie e figli giocano con me. Non faccio chiacchiere da bar, sono anche abbastanza obiettivo. Se mi chiedono: “Il Palermo, quando va in B?”, rispondo: “Quest’anno”. Però, non nascondo che dobbiamo fare molto ma molto di più. E’ il mio messaggio».