Atalanta avanti forte la sorpresa è la Spal
Gasp travolge il Cagliari (3-1) per Di Francesco la crisi continua Sassuolo eliminato: 2-0 per Marino
Come in campionato. Allora, era inizio ottobre, l’Atalanta rifilò 5 sberle al Cagliari. Stavolta, i nerazzurri si sono fermati a 3, ma solo per un pizzico di imprecisione e, soprattutto, per le parate di Vicario, unico a salvarsi tra i rossoblù. Ma la gara è stata nuovamente a senso unico, con i nerazzurri a menare le danze e gli isolani quasi sempre a guardare. Anche tre mesi fa, gli uomini di Di Francesco erano riusciti a rimettersi in pista, dopo lo svantaggio. Ma allora, come ieri sera, è comunque stato un fuoco di paglia, un lampo nel deserto, immediatamente spento dagli avversari. Al di là del risultato e dell’eliminazione dalla Coppa Italia, prevedibile anche alla luce dei valori in campo, la colpa del Cagliari è stato l’atteggiamento: passivo all’inizio e poi quasi rassegnato. E’ vero che c’è stata una reazione nel finale, con tanto di traversa colpita da Sottil, ma non cambia la sostanza. Da un lato perché è stata la conseguenza di un’Atalanta che si è un po’ addormentata (con Gasp furioso) e, dall’altro, perché comunque non è così che si esce dalla crisi. Anzi, si rischia di affondare ancora di più, visto che lunedì a Cagliari si presenterà il Milan capolista. La speranza è che l’innesto di Duncan dare una maggiore fisicità alla mediana rossoblù, che anche ieri ha mostrato tutta la sua fragilità.
MURIEL IMPRENDIBILE. L’Atalanta ne ha approfittato subito. Anche se ha dovuto aspettare fin quasi l’intervallo per sbloccare il risultato, nonostante la prima frazione sia stata un vero e proprio monologo. Il dominio nasce a centrocampo. La linea di 4 centrocampisti che Di Francesco piazza davanti a Marin, infatti, dovrebbe tenere bassa la mediana avversaria, invece finisce per farsi schiacciare, così gli uomini di Gasperini possono letteralmente “banchettare” sulla trequarti. I nerazzurri sfondano costantemente perché gli attaccanti, o chi inserisce da dietro, riceve sempre il pallone fronte alla porta, vedendo così lo spazio e potendo puntare l’uomo in velocità. Walukiewicz e soci hanno colpe, perché si fanno saltare sin troppo facilmente, ma pagano anche la superiorità che riescono a creare i bergamaschi. Il gioco dei padroni di casa pende soprattutto a sinistra, perché, dall’altra parte, l’ultimo arrivato Maehle ancora deve entrare nei meccanismi. Basta Muriel, però: fa il centravanti e pure il rifinitore. Non a caso è lui a offrire l’assist per la stoccata vincente di Miranchuk, che, per curiosità, dopo aver segnato al debutto in Champions e in campionato, si ripete anche alla prima in Coppa Italia. Stavolta, Vicario non può fare davvero nulla. Prima, invece, era stato una sorta di ultimo baluardo. E, solo grazie alle sue parate, il Cagliari era riuscito a rimanere a galla, tanto da cominciare a vedere la pausa come una sorta di ciambella di salvataggio.
LAMPO NEL DESERTO. Invece, la ripresa comincia esattamente da doveva era finita la prima frazione, ovvero con l’Atalanta installata nella metà campo rossoblù. Ancora Muriel in cattedra: pizzica la traversa su punizione e poi si vede intercettata una "puntapossa ta" sottomisura dal solito Vicario. Beh, sul ribaltamento di fronte, si accende improvvisamente Sottil, che a inizio secondo tempo si era spostato a sinistra, con Tramoni a destra. L’ex-Viola innesca un duello in velocità con Sutalo, che vince, per poi convergere in area e freddare Sportiello con un diagonale sul secondo palo. Il problema è che è solo un flash, visto che, nel giro di pochi minuti, Muriel, imbeccato da Gosens rimette avanti i nerazzurri. E subito dopo arriva anche il tris, con Sutalo che brucia sul tempo Walukiewicz, dopo il corner di Muriel. L’Atalanta stacca la spina troppo presto e il Cagliari chiude in attacco. Ma quanto visto prima non fa altro che tenere acceso l’allarme.
Rossoblù sfortunati colpiscono anche la traversa. E lunedì arriva il Milan