Corriere dello Sport

I problemi irrisolti

- Di Alberto Polverosi

Ronaldo non ha segnato nelle ultime tre partite e la Juventus non ha mai vinto (due sconfitte, un pareggio).

Ronaldo non ha segnato nelle ultime tre partite e la Juventus non ha mai vinto (due sconfitte, un pareggio, un solo gol al suo attivo); Ronaldo torna a segnare (doppietta) e la Juve batte il Crotone. Cristiano è il giocatore che nasconde la polvere sotto il tappeto di casa Pirlo. Basta lui. Lo dovrebbero prendere come esempio perché in campo lo è e invece per una squadra così in difficoltà di gioco è l’unica soluzione. La più facile, la più comoda. Se non ci fosse, la Juve avrebbe bisogno di cercarsi più a fondo e di lavorare con più certezze, avrebbe bisogno di una strada per giocare, di un’idea collettiva. Dovrebbe sforzarsi e riaccender­e la mente. Invece la scelta è sempre la stessa e finché Ronaldo non torna se stesso anche col Crotone, la squadra di Pirlo fatica a fissare una differenza netta come suggerireb­bero i 33 punti di distacco in classifica. Per dire: i campioni d’Italia concludono tanto (26 volte), ma anche i calabresi alla fine arrivano a 15 tiri.

Se è vero che Cristiano stordisce da solo la difesa dell’ultima del campionato, è pure vero che stabilisce una volta di più una distanza esagerata col resto della sua squadra. Non tanto per la tecnica (anche se pure in quel caso sono tutti lontano), ma per la cattiveria, la rabbia, la fame. E’ mai possibile che uno con 800 gol in carriera, con una bacheca che rischia di crollare dal peso dei trofei, sia ancora una belva scatenata in area di rigore mentre intorno ha dei compagni teneri, compassati e talvolta irragionev­olmente nervosi (il giallo di Ramsey è assurdo)?

Il portoghese segna al Crotone due gol che confermano le sue storiche e immense qualità. I movimenti che precedono quelle reti andrebbero mostrati agli attaccanti di tutto il mondo. Sul primo gol, un attimo prima del cross di Alex Sandro, si stacca con passo felpato, per non farsi scoprire, dalla marcatura; sul secondo prova da fuori con una gran botta e appena Cordaz gli respinge il tiro lui parte all’attacco della porta dove arriva con un terzo tempo pazzesco per raccoglier­e il cross di Ramsey. Gol belli e decisivi alla difesa più battuta della Serie A. Ma contro l’Inter (semifinale di ritorno in Coppa Italia), contro il Napoli (in campionato) e contro il Porto (in Champions League), cioè contro avversarie di altro spessore, Ronaldo non aveva segnato e le difficoltà di gioco che la Juve ha mostrato anche ieri avevano prodotto risultati negativi per i campioni d’Italia.

La Juventus dei primi 40’ col Crotone potrebbe non bastare per eliminare il Porto. Comincia con lentezza, con un calcio prevedibil­e appesantit­o dai primi lanci imprecisi di Bentancur. Oltre alla ricerca ossessiva di Ronaldo ha una sola alternativ­a, lo scatto con dribbling di Chiesa. Non c’è gioco d’insieme. L’Inter, il giorno prima, era entrata nel derby con una vera e propria irruzione, aveva cominciato imponendo al Milan il peso dei muscoli e della potenza fisica. L’Inter oggi ha un’anima e anche una condizione fisica e atletica superiore a quella della Juve. Che però, nonostante queste difficoltà, è ancora in corsa per lo scudetto. Ora è terza, ha superato la Roma, ha 8 punti in meno della capolista ma ancora una partita da giocare. La sua stagione può raggiunger­e ancora obiettivi prestigios­i, dopo la Supercoppa già vinta. Per aumentare le possibilit­à deve ritrovare il meglio di se stessa.

E ci può riuscire solo con i recuperi di Cuadrado, Morata e soprattutt­o Dybala, giocatori che, portando ciascuno di loro una straordina­ria tecnica individual­e, possono alzare il livello di tutta la squadra. Nella sua storia, la Juve non ha mai conquistat­o la platea per il suo gioco, ma quasi sempre per i suoi giocatori. E ora, l’assenza di quei tre pesa troppo. Intanto ci pensa Ronaldo...

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