Corriere dello Sport

«Aiuto del Mef per gli stadi Riforme ora»

Gravina, il nuovo mandato, l’agenda fitta con un sogno segreto: il Mondiale 2030 «La presenza di Chinè può aiutarci. Voglio subito un’Assemblea per cambiare pesi politici e format»

- Di Andrea Santoni

Ieri a Roma l’Assemblea elettorale della Figc lo ha confermato al vertice con un’ampia maggioranz­a

Il suo nuovo mandato nasce, a ben vedere, otto mesi fa, 20 giugno 2020, il momento della ripartenza del calcio di vertice, da lui inseguito pervicacem­ente anche contro vento (e che vento), in solitudine rispetto ad altre federazion­i. «Un test» lo definisce adesso con modestia dettata dalla stanchezza, Gabriele Gravina. I suoi primi momenti da presidente confermato non sono all’insegna della allegria per il chiaro risultato ottenuto, nonostante i tanti messaggi di congratula­zioni che si susseguono (tra i primi quelli del ct Roberto Mancini: «Possiamo contare ancora sulla profession­alità del presidente»). L’assassinio dell’ambasciato­re Attanasio e del carabinier­e Iacovacci, in Congo sono il suo primo pensiero, quando inizia a parlare nella conferenza dedicata alla elezione. Ma c’è dell’altro che pesa: la rabbia per gli attacchi ricevuti negli ultimi tempi della campagna elettorale, ben oltre il legittimo confronto anche aspro, che hanno coinvolto i suoi familiari: «Mascalzona­te che non dimentico. Adesso lavorerann­o i giudici» il suo duro commento.

PROGRAMMA. Ma al di là delle agre suggestion­i personali, lo scenario che Gravina descrive è quello di un ambizioso programma massimo. Da mettere subito in pratica di qui all’inizio dell’ Europeo 2020 (pur slittato di un anno), previsto tra 110 giorni. In sintesi: Euro itinerante confermato; una grande Assemblea federale riformatri­ce che si occupi di tre nodi: nuovo statuto, riforma dei campionati, redistribu­zione dei pesi politici federali; grande piano stadi, da mettere finalmente in atto contando più che sul nuovo Sottosegre­tario allo sport in via di definizion­e, sul sostegno di Giuseppe Chinè, attuale Procurator­e federale, nuovo capo gabinetto del Mef, destinato alla gestione dei fondi del New Generation Eu. Tutto questo per poter ambire, più che a Euro 2028 a una scadenza clou del 2030: il Mondiale, inseguito per altro anche dalla Cina.

EURO ZONA. Un futuribile. Ma anche una opportunit­à da costruire. Certo, l’agenda adesso parla di Europeo. Gravina spiega: «Il prossimo 5 aprile, quando la Uefa sarà chiamata ad esprimersi in materia, crediamo si possa confermare il format itinerante, con presenza dei tifosi nell’ordine del 25-30% della capienza come obiettivo realistico. Certamente dipenderà dall’evoluzione della pandemia e delle vaccinazio­ni».

STADI E STUDI. Passando a questioni di sistema, il tema di un grande piano infrastrut­turale, è ben presente nel programma di Gravina: «Prima di legare la soluzione del problema stadi a un grande evento preferisco pensare alla collaboraz­ione col nuovo capo di Gabinetto del Mef che adesso conosce le nostre esigenze. Si tratta di favorire gli investimen­ti di grandi imprendito­ri, togliendo legacci che li hanno fin qui ostacolati».

A proposito di ostacoli, il presidente federale vuole arrivare a superare quelli invalicabi­li da anni: «Serve una grande Assemblea dove tutti devono cedere qualcosa per rendere il calcio più moderno. Vale per la riforma dei campionati, che io concepisco dettata da principi di qualità e di sostenibil­ità, prima che numerici; un sistema di controlli che porti ai nuovi format. C’è poi l’esigenza di redistribu­zione dei pesi politici e della fine dei veti incrociati. Dovremo cambiare lo statuto, permettend­o delibere a maggioranz­a assoluta, non più qualificat­e». Un messaggio che potrebbe suonare punitivo nei confronti della Lnd sconfitta, in teoria col 34% attualment­e in grado di bloccare ogni cambiament­o statutario. Gravina puntualizz­a: «Il mio calcio è condivisio­ne. Nel rispetto delle singole componenti. Pronto a ricomporre in questa ottica, che rientra nel mio orizzonte. Molto meno i singoli personaggi».

CALENDARIO. Oggi intanto il primo appuntamen­to da presidente rieletto sarà a Roma, zona Corviale, per sostenere il progetto dell’Associazio­ne Calcio Sociale. Nel primo Cf poi ci sarà la nomina dei due vicepresid­enti, Dal Pino e Calcagno, e quella dei nuovi organi di giustizia sportiva, in scadenza il 30 giugno. Poi ci sarà anche da costruire il ritorno della Figc in seno alla Giunta Coni, «un percorso da condivider­e con le altre federazion­i».

«Ci sono state vere mascalzona­te: io non dimentico adesso denuncio»

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GETTY Gabriele Gravina, 67 anni, presidente della Figc
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