«Aiuto del Mef per gli stadi Riforme ora»
Gravina, il nuovo mandato, l’agenda fitta con un sogno segreto: il Mondiale 2030 «La presenza di Chinè può aiutarci. Voglio subito un’Assemblea per cambiare pesi politici e format»
Ieri a Roma l’Assemblea elettorale della Figc lo ha confermato al vertice con un’ampia maggioranza
Il suo nuovo mandato nasce, a ben vedere, otto mesi fa, 20 giugno 2020, il momento della ripartenza del calcio di vertice, da lui inseguito pervicacemente anche contro vento (e che vento), in solitudine rispetto ad altre federazioni. «Un test» lo definisce adesso con modestia dettata dalla stanchezza, Gabriele Gravina. I suoi primi momenti da presidente confermato non sono all’insegna della allegria per il chiaro risultato ottenuto, nonostante i tanti messaggi di congratulazioni che si susseguono (tra i primi quelli del ct Roberto Mancini: «Possiamo contare ancora sulla professionalità del presidente»). L’assassinio dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci, in Congo sono il suo primo pensiero, quando inizia a parlare nella conferenza dedicata alla elezione. Ma c’è dell’altro che pesa: la rabbia per gli attacchi ricevuti negli ultimi tempi della campagna elettorale, ben oltre il legittimo confronto anche aspro, che hanno coinvolto i suoi familiari: «Mascalzonate che non dimentico. Adesso lavoreranno i giudici» il suo duro commento.
PROGRAMMA. Ma al di là delle agre suggestioni personali, lo scenario che Gravina descrive è quello di un ambizioso programma massimo. Da mettere subito in pratica di qui all’inizio dell’ Europeo 2020 (pur slittato di un anno), previsto tra 110 giorni. In sintesi: Euro itinerante confermato; una grande Assemblea federale riformatrice che si occupi di tre nodi: nuovo statuto, riforma dei campionati, redistribuzione dei pesi politici federali; grande piano stadi, da mettere finalmente in atto contando più che sul nuovo Sottosegretario allo sport in via di definizione, sul sostegno di Giuseppe Chinè, attuale Procuratore federale, nuovo capo gabinetto del Mef, destinato alla gestione dei fondi del New Generation Eu. Tutto questo per poter ambire, più che a Euro 2028 a una scadenza clou del 2030: il Mondiale, inseguito per altro anche dalla Cina.
EURO ZONA. Un futuribile. Ma anche una opportunità da costruire. Certo, l’agenda adesso parla di Europeo. Gravina spiega: «Il prossimo 5 aprile, quando la Uefa sarà chiamata ad esprimersi in materia, crediamo si possa confermare il format itinerante, con presenza dei tifosi nell’ordine del 25-30% della capienza come obiettivo realistico. Certamente dipenderà dall’evoluzione della pandemia e delle vaccinazioni».
STADI E STUDI. Passando a questioni di sistema, il tema di un grande piano infrastrutturale, è ben presente nel programma di Gravina: «Prima di legare la soluzione del problema stadi a un grande evento preferisco pensare alla collaborazione col nuovo capo di Gabinetto del Mef che adesso conosce le nostre esigenze. Si tratta di favorire gli investimenti di grandi imprenditori, togliendo legacci che li hanno fin qui ostacolati».
A proposito di ostacoli, il presidente federale vuole arrivare a superare quelli invalicabili da anni: «Serve una grande Assemblea dove tutti devono cedere qualcosa per rendere il calcio più moderno. Vale per la riforma dei campionati, che io concepisco dettata da principi di qualità e di sostenibilità, prima che numerici; un sistema di controlli che porti ai nuovi format. C’è poi l’esigenza di redistribuzione dei pesi politici e della fine dei veti incrociati. Dovremo cambiare lo statuto, permettendo delibere a maggioranza assoluta, non più qualificate». Un messaggio che potrebbe suonare punitivo nei confronti della Lnd sconfitta, in teoria col 34% attualmente in grado di bloccare ogni cambiamento statutario. Gravina puntualizza: «Il mio calcio è condivisione. Nel rispetto delle singole componenti. Pronto a ricomporre in questa ottica, che rientra nel mio orizzonte. Molto meno i singoli personaggi».
CALENDARIO. Oggi intanto il primo appuntamento da presidente rieletto sarà a Roma, zona Corviale, per sostenere il progetto dell’Associazione Calcio Sociale. Nel primo Cf poi ci sarà la nomina dei due vicepresidenti, Dal Pino e Calcagno, e quella dei nuovi organi di giustizia sportiva, in scadenza il 30 giugno. Poi ci sarà anche da costruire il ritorno della Figc in seno alla Giunta Coni, «un percorso da condividere con le altre federazioni».
«Ci sono state vere mascalzonate: io non dimentico adesso denuncio»