I giallorossi tirano poco? No, tirano con precisione
Potete dire tutto a Fonseca, ma non che ignori il funzionamento della fase offensiva di una squadra di calcio. Anche se la partita insipida di Benevento lascerebbe pensare il contrario, la Roma è una squadra abituata a cercare costantemente il contatto con la porta avversaria. Da dentro l’area e anche da fuori.
QUARTIERI ALTI. Nella ranking dei tiri totali, la Roma è sesta davanti alla Juventus e alla Lazio, poco lontana dalle due battistrada: Inter e Milan. Per quel che vale: al primo posto c’è il Napoli che in questo momento è settimo nella classifica generale. Non solo: la Roma inquadra lo specchio circa una volta su due (151 volte su 304), cioè il 49,6 per cento, meglio di tutte le big: l’Inter capolista è al 49,3, il Milan al 47,6, l’Atalanta il 47,1, lo stesso Napoli al 46,9. Evidentemente non è la precisione e nemmeno l’intenzione il problema.
DA LONTANO. In questo senso è interessante la dichiarazione di Gonzalo Villar, che in prima persona ha poca familiarità con i tiri ma conosce perfettamente le caratteristiche della squadra: «Dobbiamo cercare di più il tiro, anche da fuori area». Il principio può essere condivisibile se circoscritto allo 0-0 di domenica scorsa, quando la Roma quasi mai è stata pericolosa, ma anche in assoluto. Se limitiamo il nostro studio ai tentativi dalla distanza, la Roma è terza in classifica in termini di efficienza: Napoli (6,73 tiri a partita), Sassuolo (6,09), Bologna, Juventus, Milan e, di pochissimo, anche l’Inter sono più coraggiose da questo punto di vista. Ma nel rapporto tra tentativi e raccolto la Roma, che calcia 4,61 volte a partita da fuori area, ha segnato 7 gol, gli stessi del Sassuolo e dell’Atalanta, 4 in meno del Napoli. Questo dato suggerisce due riflessioni: 1) tirare tanto e segnare tanto da lontano non è indice di salute di una squadra perché l’Inter, che dopo aver vinto il derby è la favorita indiscussa per lo scudetto, è ferma a 4 reti nella specialità; 2) la Roma è molto cinica, contrariamente a quello che si potrebbe immaginare, perché per precisione non ha niente da imparare rispetto al gruppone delle grandi della Serie A.
CONCLUSIONI. E allora? Forse ha ragione Villar. La Roma deve aumentare il numero dei tentativi, per sperare di migliorare i numeri realizzativi a dispetto delle percentuali. Un po’ come fanno i grandi cestisti quando forzano i tiri nei momenti di difficoltà, a costo di “sporcare” la valutazione personale. Ma forse è vero anche l’opposto: se la Roma ha un indice di efficienza così alto, significa che tende a scegliere spesso la giocata migliore. Benevento a parte.
Fonseca ha l’indice realizzativo migliore tra le big. E tanti tiri non fanno la felicità