Honda: il Mondiale secondo Pol
CON MARQUEZ IN RIPRESA, ESPARGARO È CHIAMATO A ESSERE LEADER
Meno di due settimane ai primi test, poco più di un mese all’inizio del Mondiale, e la situazione è nota: la prima guida, nonché l’unico pilota in grado di interpretare la moto nel modo ideale, salterà i test invernali ed è in dubbio per il primo GP, una situazione che appesantisce il presente di chi è reduce da un anno senza vittorie. E se il soggetto è la casa più importante, che nei precedenti 38 anni mai aveva subito tale onta, allora lo scenario in casa Honda diventa inequivocabile.
La presentazione della nuova RC213V e del team ufficiale 2021 ha visto i vertici di Tokyo esprimere propositi importanti: «Vogliamo tornare alle posizioni del passato» ha detto il direttore
Tetsuhiro Kuwata. «Non abbiamo potuto sviluppare il motore, ma il resto della moto sì, è una nuova sfida».
NOVITÀ. Il concetto di nuova sfida si sposa soprattutto con Pol Espargaro, per il quale l’approdo nel team più titolato nell’era MotoGP – 10 Mondiali in 18 stagioni con Rossi, Hayden, Stoner e Marquez – confina con l’incubo di una moto che ha mandato ko Marc e indotto al ritiro Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo. «Pol è in grado di lottare per il titolo» ha detto Kuwata, con una fiducia che persino lo stesso spagnolo ha faticato a condividere. «Sarà dura, ma sono stato chiamato per vincere il Mondiale e spezzare la maledizione. Dovrò confrontarmi con Marquez e sarà tutto o niente» ha ammesso il 29enne, che nell’adolescenza si confrontò anche duramente in pista con Marc. Il quale ha subito creato un grattacapo al nuovo compagno: Marquez ha soffiato a Espargaro la telemetrista Jenny Anderson, figura chiave per il catalano.
CADUTE. Una cosa, di certo, non manca al minore dei fratelli Espargaro: le idee chiare su quello che può suonare come un paradosso, cioè il valore delle cadute. Un fattore sottolineato più volte, anche ieri, da Marquez. «All’inizio ci sarà da stringere i denti, dovrò cadere per imparare, e abbiamo visto in passato certi piloti non arrivare all’obiettivo sperato con la Honda. Mi preoccupano i soli cinque giorni di test prima del GP inaugurale. Però sono certo che il mio stile di guida si potrà rivelare adatto anche alla Honda,
una moto complessa e non facile». E ancora meno semplice, per Espargaro, sarà studiare lo stile di guida di Marquez, unico nel suo genere. «Però lui è il pilota che ha interpretato meglio la RC213V, quindi non ci sono alternative» ha detto Pol.
È l’ennesimo segno, quest’ultimo, di quanto la Honda dipenda da Marquez, e i tentativi di rendere la belva RC213V più docile finora sono caduti nel vuoto. Espargaro, con l’esperienza maturata portando la KTM dal debutto a risultati come podi e pole position (ma le vittorie sono arrivate con Binder e Oliveira...), era visto come il pilota-collaudatore ideale per adattare la Honda anche a piloti con caratteristiche differenti. «Ma manca il tempo... e allora devo imparare cadendo»