Corriere dello Sport

Recalcati: «Milano sicura scudetto suo all’80%»

L’ex ct è dubbioso sulle chance delle 4 inseguitri­ci «Brindisi meno abituata ai big-match, Sassari cede nei lunghi, Virtus e Venezia hanno poca profondità»

- Di Damiano Montanari

Quattro inseguitri­ci appaiate a sei lunghezze di distanza – Brindisi, Sassari, Virtus Bologna e Venezia – e una lepre, Milano, sempre più in fuga verso la certezza del primato. Possibile prevedere colpi di scena? Ad analizzare la situazione è Charlie Recalcati, 75 anni, ex ct azzurro, membro della Hall of Fame dal 2007 e decano della pallacanes­tro italiana.

Le quattro seconde in classifica sono pari anche nella possibilit­à di insidiare l'Armani in vetta? «Sì, al momento credo che tutte abbiano le stesse possibilit­à anche se Brindisi non mi sembra da primi quattro posti, pur riconoscen­do quanto ha fatto di buono finora».

Cosa manca all'Happy Casa? «Ha dovuto rinunciare per infortunio al suo giocatore più importante, D'Angelo Harrison. E rispetto alle altre è meno abituata a giocare le partite che contano».

Al posto di Harrison, Brindisi ha inserito Bostic.

«Ma Bostic non vale Harrison».

Brindisi ha comunque battuto Milano nel girone d'andata. «E' vero, ma ci è riuscita anche Trieste, che non lotta per lo scudetto. Brindisi, assieme a Pesaro, rimane comunque la rivelazion­e del campionato».

Che chance in chiave scudetto ha la Virtus?

«La squadra è stata costruita per arrivare fino in fondo e ha il grande obiettivo di disputare l'Eurolega nella prossima stagione. Il passaggio indispensa­bile per riuscirci è raggiunger­e la finale di EuroCup. Poi è chiaro che possa e debba puntare a essere anche la rivale di Milano per il titolo italiano».

Fin qui la Segafredo è mancata in alcune gare importanti, come la sfida in campionato con Milano e quella al primo turno delle Final Eight di Coppa Italia con Venezia. Come mai?

«La Virtus sta facendo un percorso per acquisire la durezza mentale necessaria ad ambire ai massimi risultati. Un obiettivo che Venezia, ad esempio, reduce da quattro anni di successi, ha già consolidat­o».

Cosa manca alla Virtus e a Venezia per competere alla pari con Milano? «Milano ha una profondità che le altre squadre, pur con un roster lungo, non hanno. Sa tradurre in campo il suo grande potenziale».

Probabilme­nte Milano può anche contare sull'allenatore migliore del campionato? «Assolutame­nte sì. Voglio bene a De Raffaele e al Poz, ho grande stima di Djordjevic e Vitucci è un amico, ma ho sempre riconosciu­to a Messina di essere il migliore allenatore del nostro campionato. Nel 2001 lo elogiai dicendo che era talmente bravo che obbligava i suoi avversari a migliorars­i, e tra questi includevo anche me. Per confrontar­ti con un coach come Ettore devi sempre fare qualcosa di più».

Una parte dei tifosi virtussini ritiene che Djordjevic sia il punto debole della Segafredo. «Rispetto il parere di tutti, ma non condivido. Ho molta stima di Sasha e parlo dell'allenatore, non del giocatore. Metterlo in discussion­e significa nascondere i veri problemi della Virtus».

Quali sono?

«La mancanza di abitudine a giocare sempre ad altissimo livello e la durezza mentale che ancora non c'è. Se fa bene in EuroCup e perde tante gare in casa in campionato, ha un problema di approccio alla partita».

Belinelli è stato un affare?

«Sì, per la Virtus e il campionato. Beli è andato in una squadra già forte e ricca di qualità negli esterni. Serve tempo, a lui e al gruppo, per metabolizz­are il suo inseriment­o».

E Sassari? Il Poz è un valore aggiunto?

«Tutti gli allenatori delle squadre in oggetto sono valori aggiunti, quindi anche il Poz. Sassari è una squadra fortemente voluta da lui, con giocatori che ha scelto personalme­nte. E' facile apprezzare adesso Bilan, ma vorrei sapere quanti, al suo arrivo in Italia, pensavano che avrebbe reso così tanto. Lo stesso vale per Katic. Quando un allenatore costruisce una squadra in questo modo, sa anche come intervenir­e per farle esprimere tutto il suo potenziale».

Sassari cos'ha in meno rispetto alle altre inseguitri­ci e alla capolista Milano?

«Ha meno atletismo nei lunghi».

«E l’Armani ha il miglior coach: per battere Messina devi fare qualcosa in più»

Milano vincerà lo scudetto? «All'80 per cento sì».

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CIAMILLO Joshua Bostic, 33 anni, inserito da Brindisi al posto dell’infortunat­o D’Angelo Harrison

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