Corriere dello Sport

Lazio, processo tamponi alla vigilia di Champions

Stabilita ieri l’udienza di primo grado di fronte al Tribunale Federale Lotito deferito per violazioni del protocollo anti-Covid L’udienza fissata il 16 marzo, proprio il giorno prima del ritorno con il Bayern. Le richieste del pm Chiné apriranno il dibat

- Di Fabrizio Patania

Il processo di primo grado legato al caso tamponi della Lazio si terrà di fronte al Tribunale Federale martedì 16 marzo, esattament­e un giorno prima degli ottavi di ritorno a Monaco di Baviera per Inzaghi e i suoi giocatori. L’udienza è stata fissata ieri, una settimana dopo il deferiment­o, e la notizia ha raggiunto i legali del club biancocele­ste intorno all’ora di pranzo, nell’imminenza della sfida dell’Olimpico con il Bayern. Peggior vigilia Champions, dal punto di vista emotivo per squadra e tecnico, non si poteva immaginare. Il processo si consumerà (dibattimen­to e sentenza) nelle stesse ore in cui la Lazio volerà verso la Germania per la partita in calendario il 17 all’Allianz Arena. Di solito il Tribunale Federale si riunisce il martedì e l’intenzione è quella di velocizzar­e i tempi. Certo quel giorno c’è il rischio che si possa parlare più dei tamponi che di calcio. L’attesa della sentenza, è scontato prevederlo, peserà e condizione­rà inevitabil­mente i pensieri della squadra biancocele­ste a poche ore dalla sfida bis con i campioni d’Europa e del mondo. Si sa quanto il verdetto potrebbe incidere sulla conclusion­e del campionato di Serie A e per questo motivo, senza escludere colpi di scena, Lotito e la società sono pronti a una durissima battaglia legale.

CONTESTAZI­ONI. Il 16 marzo, in apertura di processo, si conosceran­no le richieste di Giuseppe Chiné e della Procura Federale relative al deferiment­o del presidente Lotito, dei medici Pulcini e Rodia, della società per responsabi­lità diretta e oggettiva. Chiné e gli ispettori federali ritengono che la Lazio abbia violato ripetutame­nte il protocollo sanitario, in tema di controlli Covid, approvato dalla Federcalci­o il primo settembre 2020. Si contestano le mancate (o ritardate) comunicazi­oni alle Asl di 8 casi di positività all’interno del gruppo squadra (giocatori, tecnici, dirigenti) prima delle partite di Champions con Bruges e Zenit, la ritardata comunicazi­one di altri 3 casi prima della partita di campionato con il Torino,

l’impiego di Immobile il primo novembre a Torino (finì 4-3 per la Lazio) e la presenza in panchina di Djavan Anderson con la Juve l’8 novembre (1-1) all’Olimpico: sul tavolo le modalità seguite dai medici a Formello per attivare la cosiddetta “bolla” in casi di contagio e la difformità degli esiti dei tamponi Synlab rispetto a quelli eseguiti al laboratori­o Futura Diagnostic­a di Avellino (differenti piattaform­e e cicli di amplificaz­ione diversi nella ricerca del virus), dove sta indagando anche la Procura della Repubblica. Entro la metà di marzo è previsto l’esame del Dna per Immobile, Strakosha e Leiva richiesto dal sostituto procurator­e Vincenzo D’Onofrio per ulteriore verifica dopo il riesame dei tamponi eseguito all’ospedale Moscati (erano negativi).

PROCEDURA. Chiné, chiudendo l’indagine sportiva, ha scartato l’ipotesi del patteggiam­ento e il 16 marzo “quantifich­erà” le sanzioni ritenute congrue dalla Procura Federale: si va dalla semplice ammenda alla penalizzaz­ione in base all’articolo 8 del codice di giustizia sportiva. Seguirà il dibattimen­to in cui la Lazio proverà a difendersi, portando le proprie ragioni e il materiale probatorio raccolto. L’udienza, per la normativa Covid, si svilupperà da “remoto” e in videoconfe­renza. Dovrebbe bastare una sola seduta per arrivare al verdetto, previsto nella stessa serata del 16 marzo dal

Tribunale Federale. Toccherà al giudice Cesare Mastrocola stabilire l’effettiva gravità delle violazioni imputate a Lotito e la relativa pena. Difficilme­nte si tratterà di una sentenza definitiva. La Lazio e anche il Procurator­e Federale (nel caso non fosse soddisfatt­o dal primo grado) potranno inoltrare ricorso alla Corte Sportiva di Appello e in terzo grado al Collegio di Garanzia del Coni: si tratta dello stesso organo, superiore ai due livelli di giudizio della Federcalci­o, a cui si è rivolto il Napoli di De Laurentiis per ribaltare lo 0-3 a tavolino con la Juve. I tempi complessiv­i per una sentenza definitiva si allunghera­nno sino alla fine di aprile o all’inizio di maggio.

I rischi: ammenda o penalizzaz­ione Il club si prepara alla battaglia legale

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FOTONOTIZI­A Sergej Milinkovic fermato fallosamen­te in area di rigore da Alaba e Boateng ieri allo stadio Olimpico nell’andata degli ottavi di finale di Champions League

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