Inter il gioco delle supercoppie
Senza rinforzi a gennaio, il tecnico ha puntato deciso su un piano tattico basato su equilibrio e spirito di squadra Tra lavoro e “strigliate” così è nata la svolta
Lukaku e Lautaro in attacco, Hakimi e Perisic sulle fasce e i due playmaker Brozovic ed Eriksen “Tenaglie” costruite con esercitazioni sul campo
All'Inter... il gioco delle coppie funziona e Antonio Conte sta costruendo la scalata verso lo scudetto grazie agli automatismi oliati nel corso di questi mesi. L'intesa in campo tra Lukaku e Martinez risale alla scorsa stagione e tra quei due è stato amore (calcistico) a prima vista. Mettere insieme Hakimi e Perisic sulle fasce e far coesistere Brozovic ed Eriksen in mezzo al campo è stato invece più complicato: ci sono voluti tempo, qualche “strigliata” pubblica e una buona dose di pazienza da parte del tecnico di Lecce, che però, complice un mercato senza acquisti, non ha mai messo in dubbio il punto d'arrivo del suo progetto tattico. Adesso sta riscuotendo i frutti del lavoro e, anche se l'obiettivo tricolore rimane lontano, l'ex ct è consapevole di avere una squadra che è cresciuta sotto il suo sguardo a suon di esercitazioni sul campo e richieste di sacrificio ai singoli. Proprio come piace a lui.
TRENTA E LODE. Il legame che c'è tra quei due là davanti lo ha confermato anche ieri Lukaku, nel corso di un botta e risposta organizzato su Twitter per rispondere alle domande dei suoi follower. «Tra me e Lautaro la comunicazione è stata fondamentale fin dall'inizio - ha scritto il Gigante -, abbiamo un ottimo feeling e soprattutto lavoriamo per la squadra». Big Rom e Martinez hanno già segnato 30 reti in Serie A: meglio hanno fatto solo Lewandowski e Müller. Considerando anche la Champions e la Coppa Italia però sono addirittura a quota 38. «Da quando sono all'Inter sta andando tutto bene: mi gusto ogni momento e adesso mi manca solo... il pubblico allo stadio. Cosa ho detto dopo il 3-0 segnato al Milan? Un sacco di cose per colpa dell'adrenalina, immagino (ride ndr)».
A TUTTA VELOCITÀ. I gol segnati dai due bomber sono merito anche delle volate degli esterni. In particolare di Hakimi che, dopo qualche piccola ombra a ottobre, ha iniziato a volare e non si è più fermato. Nell'economia della squadra, però, è altrettanto importante il grande momento di Perisic perché senza un'alternativa offensiva valida sull'altra corsia la squadra rischiava di essere sbilanciata a destra. Adesso invece i nerazzurri affondano su entrambi lati impedendo agli avversari di prendere le misure. Se ne sono accorti la Lazio e il Milan. Il croato ha portato la leadership di un vicecampione del mondo (a Russia 2018), ma soprattutto quella di un trentaduenne che la passata stagione ha festeggiato il triplete con il Bayern Monaco e che ha avuto l'umiltà di calarsi nel nuovo ruo
lo di esterno a tutta fascia. Il resto lo ha fatto Hakimi, lesto nell'imparare che nel calcio di Conte bisogna anche difendere, non solo essere decisivi in attacco.
DOPPIOREGISTA. E poi ci sono quei due nel mezzo del campo, delle tre la coppia forse più... strana o, se preferite, la più complicata da assembrare. E' innegabile che Brozo ed Eriksen abbiano imparato a stare insieme dopo tanti esperimenti. Al momento del suo arrivo all'Inter, il danese proprio non sembrava adatto per ricoprire il ruolo di mezzala sinistra: faceva poco filtro, si inseriva senza palla con il contagocce e non era né decisivo né arrembante come Conte voleva. Da fine gennaio in poi la svolta: con il danese e il croato nel cuore del gioco, la manovra fluisce meglio e Vidal, che ieri si è allenato alla Pinetina nel secondo di due giorni liberi concessi alla squadra (oggi la ripresa), può respirare in panchina in quella che finora si sta rivelando una delle stagioni meno convincenti della sua carriera. Se all'Inter fino a poco fa veniva rimproverata una carenza di qualità, con l'ex Tottenham titolare, e soprattutto convinto del ruolo di mezzala, questo gap non c'è più. Ecco perché Conte può godersi il gioco delle coppie, ben sapendo che in difesa c'è anche un... triangolo, quello formato da Skriniar, De Vrij e Bastoni, che offre le stesse granitiche garanzie.
Il centravanti: «Tra me e Martinez c’è stato feeling dal primo istante»