Viola, subito la salvezza poi sarà rivoluzione
La posizione in classifica è migliorata, ma la Fiorentina non può distrarsi A giugno scadranno i contratti di Montella e Iachini e occorre decidere cosa fare con Prandelli Difficile convincere Milenkovic a firmare: tentazione United
Prima la salvezza, poi il futuro. La Fiorentina non si lascia distrarre. Il distacco dalla terzultima della classifica, il Cagliari, si è fatto considerevole, 10 punti oltre al vantaggio nello scontro diretto, ma ora più che mai serve attenzione. C’è da tentare lo scatto in avanti nelle prossime cinque gare, quelle che porteranno alla sosta primaverile (Udinese, Roma, Parma, Benevento e Milan). Aumentare il vantaggio dalla zona paludosa della graduatoria permetterebbe di concentrarsi subito dopo sul futuro alle porte, spazzando via ogni incertezza legata ai contratti in scadenza.
ALLENATORI A TERMINE. Di certo c’è che il 30 giugno cesseranno gli accordi con Montella e Iachini, entrambi esonerati, e scadrà pure quello di Cesare Prandelli, attualmente alla guida del gruppo. Il primo bivio su cui si dovrà riflettere sarà proprio quello della scelta del tecnico a cui affidare il progetto di rilancio viola, dopo due stagioni vissute sempre con l’acqua alla gola. In passato si era parlato di Juric e De Zerbi, mentre la città sogna il grande profilo, quello capace di riaccendere l’entusiasmo e di riavvicinare la città alle soglie europee, da Gattuso fino a Maurizio Sarri. Questo primo step, inevitabilmente, influenzerà tutto il resto: i rinnovi che si dovranno andare a discutere e le mosse del mercato che verrà.
I RINNOVI. Sarà difficilissimo, quasi impossibile, convincere Milenkovic a prolungare: il suo contratto scade nel 2022 ed è già uno dei più attenzionati. Lo aveva osservato da vicino il Milan, ma la Premier è la realtà che potrebbe garantire follie economiche, con il Manchester United in prima fila. C’è da lavorare anche su Pezzella, il capitano che tra un anno finirà in regime di svincolo, mentre resta da capire che direzione si sceglierà di imboccare con Franck Ribery, 38 anni ad aprile, il cui accordo termina alla fine della stagione. Il francese ha ribadito non troppo tempo fa di essere a disposizione del club del presidente Commisso, ma intanto è diventato il sogno proibito del Monza, specie in caso di promozione in A dei brianzoli. Se Borja Valero ha un’opzione sull’accordo prossimo alla scadenza che potrà essere esercitata dalla società, c’è da capire se rinnovare la fiducia a Caceres, la cui ultima da titolare è del 23 gennaio. Per Barreca, arrivato in prestito dal Monaco, c’è un diritto di riscatto a sei milioni, ma gli appena 83 minuti sommati dall’inizio del campionato ad oggi lasciano pensare che possa tornare alla base, mentre per Malcuit si tornerà a parlare col Napoli, sulla base delle indicazioni che arriveranno da campo da qui a maggio. Il progetto che ne nascerà potrà poi trasformarsi in uno stimolo ulteriore per chi già c’è: Biraghi, per esempio, ha già prolungato fino al 2024, stessa data apposta sugli accordi firmati con Amrabat, Kouame e pure Castrovilli, il figlio del vivaio che ha raccolto l’eredità lasciatagli da Federico Chiesa. Nel suo caso, si tornerà a parlare di accordo da giocatore di fascia medio-alta quando la salvezza sarà acquisita, anche se le sirene di mercato potrebbero nel frattempo tornare a riecheggiare con insistenza.
FATTORE DS. In scadenza c’è pure il ds Daniele Pradè: dal suo ritorno a Firenze ha lavorato sempre con accordi annuali, attento al presente ma non tralasciando di impostare il futuro come stanno a testimoniare l’acquisto invernale di Maleh, rimasto a Venezia fino al termine della stagione, e pure di Kokorin che nonostante i quasi 30 anni (li compirà il 19 marzo) ha firmato un contratto di tre anni e mezzo. Adesso è il campo che deve sancire la rinascita viola, poi con il ritorno del presidente Commisso in Italia il futuro diventerà presente.
Dossier aperti anche per Pezzella e Ribery. Pradè rinnova o va via?