La ricetta di Semplici «Cagliari, tutte finali»
Il nuovo tecnico parte con idee chiare e un solo obiettivo «Un onore essere qui. Salvezza ancora possibile. Ma serviranno lavoro e tanta determinazione»
«Ho visto negli occhi dei ragazzi il desiderio di ripartire e di mettersi alle spalle il periodo difficile. Cosa posso portare io? Spensieratezza, determinazione e volontà che ci serviranno per affrontare queste quindici finali e tentare di centrare l’impresa». Ci ha messo poco Tommaso Giulini a convincere Leonardo Semplici a farsi carico dell’ingrato compito di accorrere al capezzale di un Cagliari in crisi per cercare di tirare fuori la squadra isolana dalla piena zona retrocessione. E con altrettanta celerità, il tecnico toscano ha accettato perché questa è una ghiotta occasione per ripetere il miracolo sportivo che gli era già riuscito ai tempi della Spal.
LASFIDA. Situazioni e ambienti differenti ma questo non sembra affatto preoccupare Semplici che è arrivato in Sardegna con grande entusiasmo. Ieri, in videoconferenza, ha avuto modo di incontrare la stampa, affiancato dal patron rossoblù e dal nuovo direttore sportivo, Stefano Capozucca, per mettere a punto il suo piano di riscatto. «Ci aspetta un cammino difficile e tante partite importantissime a partire da domenica», non si è nascosto il nuovo allenatore della compagine isolana che ha le idee ben chiare. «Ma ho accettato subito la chiamata perché questa per me è una sfida importante. E leggendo la formazione del Cagliari, è normale essere qui oggi perché i ragazzi hanno dei valori che purtroppo non sono riusciti a dimostrare in questa prima parte di campionato. Questa piazza e la storia della società, non meritano certo queste posizioni in classifica». Si è subito rimboccato le maniche e ha cercato di bruciare le tappe di inserimento con un pranzo insieme alla squadra lunedì, in modo da iniziare da subito a prendere confidenza con la sua nuova realtà. Anche perché qualche idea, Semplici, se l’è già fatta. «Vedendo le partite dall’esterno, sembrava che i giocatori avessero il freno a mano tirato e non riuscissero a esprimere quello che chiedeva loro l’allenatore. Sembravano bloccati, impauriti e per questo l’aspetto mentale diventa più importante di moduli o schieramenti. Serve spensieratezza e un approccio diverso». PAROLA AL PRESIDENTE. «Abbiamo scelto il tecnico che aveva più fame. - ha voluto precisare il presidente Tommaso Giulini - Esonero tardivo? Un pò per testardaggine anche mia ma con il pieno assenso di tutti e della squadra, abbiamo deciso di cercare la scintilla fino all’ultimo e mai, prima di Torino, pensavamo di cambiare. Volevamo rovesciare la stagione ma visto che niente sembrava cambiare, abbiamo ragionato su altre soluzioni perché non puoi sempre andare a sbattere su un muro. Col Sassuolo potevamo cambiare la nostra stagione se non fosse stato per quel gol incassato a tempo scaduto. Ma le tre sconfitte consecutive, tutte di misura e senza gol fatti, hanno creato un alone di negatività ed è stato assolutamente opportuno cambiare». Il testimone passa ora a Semplici che dovrà sfruttare al meglio il suo ds per cercare di fare breccia nello spogliatoio e rivitalizzare un Cagliari che rischia il tracollo. «Non ho la bacchetta magica - la chiusura di Capozucca - ma sono qui per mettere la mia esperienza al servizio di tecnico e squadra perché ho ricevuto tanto in passato qui a Cagliari e ora sento di dover dare io qualcosa per la salvezza».
Il ds Capozzucca: «Ho avuto tanto da questo club. È l’ora di restituire qualcosa»