Larissa e Gimbo bandiere olimpiche
La decisione sarà ufficiale il 14 maggio, ma i probabili portabandiera azzurri a Tokyo sono Iapichino e Tamberi Malagò: «La coppia di alfieri? Aspettatevi sorprese», e tutti gli indizi portano ai due saltatori
«L'alfiere azzurro all'Olimpiade di Tokyo? Sarà una novità!». A chi gli chiede se il Coni ha già individuato i nomi del portabandiera ai Giochi, Giovanni Malagò svicola. Ma un nome, anzi due, li ha già in mente. Si tratta di Larissa Iapichino e Gianmarco Tamberi. Manca ancora l'ufficialità, ma sono questi i nomi oggi in pole position.
Grazie alla novità introdotta dal Cio di Thomas Bach, a Tokyo ogni nazione avrà due portabandiera, un uomo e una donna. Ai prossimi Giochi del resto si raggiungerà tra gli atleti la tanto agognata parità di genere, almeno a livello di partecipazione.
Mancano 5 mesi esatti al via dell'Olimpiade e sono ancora tanti gli azzurri che dovranno qualificarsi. «Questo è uno dei motivi per cui non è corretto fare nomi oggi - spiega Malagò - Sarebbe un errore anticipare quanto presidente e Giunta ufficializzeranno il 14 maggio, all'indomani del rinnovo dei vertici del Comitato olimpico italiano».
INDIZI. In mancanza di conferme però, Malagò lancia indizi pesanti sull'identikit dei due alfieri a Tokyo. «Chi mastica di atletica può facilmente arrivare all'identificazione», dice al termine della Giunta. Ammette di esser rimasto colpito dai risultati arrivati nel weekend dagli Assoluti indoor di atletica ad Ancona. In particolare dal record mondiale indoor Under 20 della 18enne figlia d'arte Larissa Iapichino, che nel lungo ha eguagliato con 6,91 il limite italiano al coperto di mamma Fiona, e dal ritorno su altezze stratosferiche di Gimbo Tamberi, salito con 2,35 al vertice mondiale della stagione in sala.
«Per Larissa e Gimbo non si è trattato di un semplice exploit estemporaneo, ma di una vera e propria crescita che promette altri progressi - si sofferma Malagò - ho parlato con entrambi gli allenatori e sono entusiasta dei risultati che stanno arrivando dall'atletica». Concetto che poi ripete, con la dovuta enfasi anche all'inizio dei lavori del Consiglio Nazionale, l'ultimo prima dell'assemblea elettiva del 13 maggio a Milano.
Se la designazione ad alfiere di Larissa Iapichino sarà confermata si tratterà della quinta donna a sfilare con il tricolore da Stoccolma 1912, cioè da 25 edizioni, inclusa quella di Mosca in cui l'Italia sfilò sotto la bandiera del Cio causa il boicottaggio. E sarà la terza donna di fila dopo Valentina Vezzali e Federica Pellegrini. La settima volta in cui il ruolo di alfiere è stato appannaggio dell'atletica (l'ultimo Mennea a Seul 88).
PETRUCCI. Il Consiglio Nazionale ha visto l'esordio di sei
nuovi presidenti federali e del neo eletto Gabriele Gravina. Il numero 1 della Figc aveva espresso il desiderio di entrare in Giunta dopo un quadriennio di assenza del calcio dal governo Coni. «Non solo credo sia legittimo, ma anche giusto - ha sottolineato Malagò - aspettiamo il completamento delle elezioni di tutte le federazioni e vediamo come stiamo a quote rosa (4 sono obbligatorie, ndr)». Al presidente del Coni ha fatto eco Gianni Petrucci, presidente del basket: «E' logico che il calcio torni in Giunta, così come penso che i membri debbano essere suggeriti da Malagò». Poi l'ex presidente di Palazzo H ha esortato Malagò a rivendicare la centralità del Coni: «Riprenditi la centralità, al nuovo sottosegretario con delega allo sport dovrai dire che noi siamo stati eletti e non nominati e che rappresentiamo il 100% dello sport italiano. La dicotomia Coni-Sport & Salute è diventata una favola». Malagò è anche intervenuto sul caso Schwazer: «Non sono un avvocato, ma se esiste una sola possibilità tecnica o giuridica di riabilitare sportivamente Alex è giusto che l'Italia e i suoi organi sportivi lo facciano presente: su questo c'è sintonia tra Coni e Fidal».
L’appello di Petrucci in Consiglio Nazionale «Il Coni torni centrale nella vita dello sport»