Corriere dello Sport

Attaccano Ronaldo e Ibra per dimostrare di esistere

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lanti che se li faceva Pelé era un dio, attendo con ansia che sia abbattuto anche l’ultimo idolo, Zlatan Ibrahimovi­c. Si tenga pronto, Cucci: da Sanremo con furore... degli italioti, ma soddisfece la mia richiesta bonariamen­te: «Se le hanno detto di chiamarmi - mi disse - immagino che lei sappia come la penso: sono coerenteme­nte contrario al divorzio». E Montanelli direttore della “Voce”, quando protestai per un attacco inconsulto che avevo ricevuto, mi rispose: «Amico mio, firmo questo giirnale solo per coerenza». Longanesi non c’era più dal ‘57, ero appena riuscito a scrivergli una lettera che fu pubblicata sul “Borghese” e della sua giocosa incoerenza sapevo tutto, anche della sua adesione - da fascista eccellente - al Partito Comunista nell’aprile del 1944 quando Togliatti, imbeccato da Stalin, propose ai suoi di collaborar­e anche con i monarchici per la ricostruzi­one politica del Paese, confermand­o il primato del Re. Allora Longanesi disegnò un autoritrat­to significat­ivo: un soldatino stracciato e macilento con una bandierina tricolore sulla quale era scritto “Tengo famiglia”. L’incoerenza è spesso dettata dalla fame, o dal carrierism­o meschino che ti fa attaccare l’asino dove vuole il padrone. L’audacia (apparente) si conquista - specie nel nostro campo - attaccando i pedatori illustri, non le scartine, proprio come suggeriva Brera. Al tempo d’oggi non esistono più i Prezzolini, i Longanesi, i Montanelli, neanche i Brera, e quelli che attaccano i campioni cercano solo notorietà con Ronaldo e Ibrahimovi­c. E dicono tutto e il contrario di tutto. Meschini.

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