Blackout Lazio
Errori e paura: il Bayern dilaga (4-1) e ipoteca la qualificazione La reazione soltanto nella ripresa, ma il gol di Correa non basta
Soltanto in un sogno si poteva pensare a una partita diversa, a un risultato meno pesante, a un doppio confronto tra la Lazio e il Bayern Campione del Mondo più equilibrato.
Èfinita ancora prima di cominciare a divertirsi. La Lazio, invitata al gran ballo della Champions, neppure è scesa in pista. Bloccata dalla paura, annichilita dai marziani del Bayern Monaco e meno male che i tedeschi si sono fermati o quasi dopo l’autorete di Acerbi, altrimenti la goleada avrebbe potuto assumere dimensioni da record. L’1-4 certifica la missione impossibile da ribaltare il 17 marzo in Baviera. Divario abissale. Troppo forti i campioni d’Europa e del mondo per immaginare di poterli infastidire. Le assenze di Müller, Gnabry, Pavard, Tolisso e Douglas Costa, unite alle amnesie delle ultime partite, si sono trasformate in un’illusione, spenta dopo pochi minuti. E’ stato già tanto superare il girone. Non si poteva pretendere di mettere sotto i mostri bavaresi.
Il rimpianto è legato agli errori, alla serata di luna storta. Il Bayern ha fatto il Bayern, feroce nella riconquista della palla nonostante la difesa altissima, letale nel palleggio eseguito con una tecnica sublime e ad altissima velocità. Giocano quasi a calcetto. La Lazio no: ha balbettato, si è espressa al di sotto delle proprie possibilità, non ha funzionato niente, neppure il palleggio arretrato con Reina. Può succedere. Sono lezioni, esperienze salutari per la crescita di giocatori e società.
IN SALITA. Lo scotto della Champions, che sino a ieri neppure era stato calcolato, pagato in partenza. Troppa la differenza di fisico, di palleggio, di velocità, di tecnica, a cui aggiungere l’avvio timido e il campo bagnato in eccesso prima del riscaldamento. Errore strategico o casualità? Il dubbio resta. Una nuvola d’acqua si è alzata sul retropassaggio di Musacchio verso Reina che ha dato l’avvio alla mattanza tedesca. Lewandowski si è avventato come un falco sulla palla, ha aggirato il portiere spagnolo e ha depositato a porta vuota. Erano passati solo 9 minuti. Una doccia gelata per il piano di Inzaghi, che aveva chiesto a Marusic di restare più arretrato per sostenere l’ex milanista nella marcatura di Sané. Anche Lazzari doveva lavorare a sostegno di Patric. Linea difensiva a cinque, ma la Lazio si è trovata subito schiacciata e faticava a ribaltare il gioco. Flick, questa volta, voleva che il Bayern entrasse subito in partita e i suoi giocatori lo hanno accontentato, cancellando le mollezze viste con Eintracht e Arminia.
NIENTE RIGORE. Il colpo di grazia lo ha dato l’arbitro israeliano Grinfeeld, incapace di concedere al 18’ un penalty chiarissimo per il tackle di Boateng su Milinkovic. Era il secondo episodio su cui è girata in negativo la serata della Lazio, condita da errori evitabili e un eccesso di frenesia. Il Bayern, invece, si è disteso, cominciando a palleggiare
Un disgraziato retropassaggio di Musacchio spiana la strada ai campioni d’Europa all’Olimpico, poi segnano il giovanissimo Musiala e Sané Acerbi completa la serata no infilando la propria porta
come sa. Davies ha saltato Milinkovic, Leiva è uscito su Goretzka, il baby Musiala dal limite ha preso la mira e infilato Reina. L’inizio della fine, mentre Inzaghi cominciava la girandola della difesa: fuori Musacchio, dentro Lulic, Marusic terzo centrale. A un sospiro dall’intervallo, è arrivato il terzo gol, agevolato da Leiva e Patric. Si sono ostacolati e lo spagnolo ha perso palla, lanciando Coman: dribbling su Acerbi e tocco di Sané a porta vuota dopo la respinta di Reina.
POKER. Distrazioni imperdonabili. Come il contropiede concesso, subito dopo l’intervallo, con angolo a favore e senza nessuno in copertura. Sané è scappato, sprint micidiale e cross su cui Acerbi è inciampato: 0-4. La Lazio ha avuto almeno la forza di reagire e non cedere alla rassegnazione. Il gol di Correa, dribbling e tocco a beffare Neuer dopo l’assist di Luis Alberto, ha salvato l’onore. Inzaghi ha inserito Escalante per Leiva e Hoedt per Patric, Marusic si è spostato a destra e Acerbi è tornato a sinistra. Altri errori dietro, qualche tentativo davanti, ma era diventata un’amichevole. Il Bayern aveva rallentato, azionando la modalità gestione.