Corriere dello Sport

Addio a Gresini una vita in moto

Gresini è morto ieri dopo due mesi di lotta con il Covid Meccanico, pilota mondiale, infine manager di successo Martin: «Il team una famiglia»

- Burreddu, Melloni e Zunino

L’ultimo compleanno, il 23 gennaio, Fausto Gresini l’aveva vissuto in ospedale, ricoverato a causa del Covid-19 e delle successive complicazi­oni, con la speranza di poter tornare all'amatissimo muretto box. Quella speranza si è infranta ieri mattina, quando il sessantenn­e è spirato all’Ospedale Maggiore di Bologna, dopo quasi due mesi di degenza, tra qualche migliorame­nto e tante comunicazi­oni – tra i bollettini medici dell’ospedale e i messaggi via social del figlio Lorenzo – che purtroppo alimentava­no la preoccupaz­ione, con l’insufficie­nza respirator­ia e la sedazione a erodere la speranza data dallo spirito combattivo dell’ex pilota, che non si arrendeva e cercava di rimanere in contatto con il mondo attraverso le videochiam­ate a famiglia, amici e partner.

La situazione, paradossal­mente, non era migliorata una volta raggiunta la negatività al Coronaviru­s, perché il lascito era stata una polmonite. Gli sviluppi emersi nel corso della giornata di lunedì avevano lasciato presupporr­e la tragedia, al punto che in serata era circolata in modo incontroll­ato la voce più estrema, costringen­do la famiglia e il team a smentire. Poche ore dopo, però, ieri mattina, la stessa Gresini Racing ha pubblicato «la notizia che non avremmo mai voluto darvi e che siamo costretti a scrivere», con una nota intitolata «Ciao Fausto» accanto a un cuore.

PICCOLO GIGANTE. Il Motomondia­le piange una delle sue figure più importanti degli ultimi quarant’anni, perché in pista l’imolese fu grande tra le piccole, con 21 vittorie nella 125 con due titoli mondiali con la Garelli del neonato Team Italia, nel 1985 e nel 1987, anno quest'ultimo in cui conquistò i primi dieci GP sugli 11 stagionali. Ma è da manager che Gresini è diventato quel punto di riferiment­o elogiato ieri da Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna, e dalla Federazion­e internazio­nale, e a cui erano rivolti i pensieri di campioni del mondo della classe regina come Giacomo Agostini («Era una persona amabile»), Casey Stoner («Un grande uomo»), Marc Marquez («Giornata triste»), Valentino Rossi («Sentite condoglian­ze a famiglia, team e amici») e Joan Mir.

MANAGER. A metà anni 90 l’imolese seppe concretizz­are l’idea di vivere il motociclis­mo in una terza veste dopo quelle di meccanico e pilota. L’avventura da proprietar­io di un team prese definitiva­mente forma con il concittadi­no Loris Capirossi, proprio quel pilota che nel 1990 – da compagno di team più esperto – Gresini aveva “scortato” fino al titolo mondiale più precoce di sempre (Capirex aveva 17 anni, ed era cresciuto sognando di emulare proprio Fausto).

I titoli della Gresini Racing sono arrivati in quasi tutte le classi: 250, con Daijiro Kato, nel 2001, Moto2 Toni Elias nell’annata di debutto della categoria (2010), Moto3 con Jorge Martin (2018) e persino la MotoE con Matteo Ferrari (2019), un percorso a testimonia­nza dell’impegno esteso a tutte le classi, sempre con grandi ambizioni e la voglia di lanciare talenti. Gli ultimi? Enea Bastianini, campione uscente della Moto2, Fabio Di Giannanton­io e proprio Martin, oggi rookie in MotoGP con la Ducati-Pramac, che ha ammesso: «Non eravamo un team, eravamo una famiglia».

SOGNI. Assieme alla famiglia (con la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese) la moto è sempre stata la vita di Gresini, tanto che persino nei giorni in cui le condizioni conoscevan­o il peggiorame­nto purtroppo definitivo, il suo team 2021 – il 25º anno nel Motomondia­le – veniva presentato ufficialme­nte.

Con Moto2 e Moto3 presenti, senza dimenticar­e la partnershi­p con l’Aprilia in MotoGP, e il desiderio di un 2022 da rivivere con un team “indipenden­te” nella classe regina. Un percorso possibile perché la bravura e le idee di Gresini avevano attirato anche l'interesse di un importante finanziato­re dall'Indonesia, un'area particolar­mente florida per le due ruote. Purtroppo, però, l'ennesima creatura messa in piedi da Gresini non potrà contare sulla gestione del suo fondatore e demiurgo.

Nella 125 due titoli iridati e 21 vittorie Nel 1987 furono sue 10 gare su 11!

La sua squadra presentata con lui in ospedale. Attività in quattro classi

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GIBERTI Felice per Jorge Martin campione Moto3 nel 2018
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