Corriere dello Sport

Roma, è l’ora del Faraone Con il Braga si parte da 2-0

Il Faraone stasera torna titolare: l’ultima volta nel giorno dell’addio di De Rossi «Mi sento meglio, sono vicino al top e voglio dare il mio contributo per la qualificaz­ione Poi il Milan: sarà un’occasione»

- Maida e Marota

Aspettava questa sensazione da un anno e nove mesi, che scomposti diventano 616 giorni. Titolare era il 26 maggio 2019, quando si celebrava l’addio di De Rossi e il suo era ancora imprevedib­ile, titolare sarà stasera contro il Braga. E’ passato del tempo ma Stephan El Shaarawy non ha smarrito il sesto senso dei calciatori, quello d’appartenen­za. La Roma, che a suo tempo lasciò malvolenti­eri nonostante la ricchissim­a proposta dei cinesi di Shanghai, è un posto del cuore: «Sapete tutti quanto ho voluto tornare. E’ come se non me se fossi mai andato» ha ripetuto nelle varie interviste, prima di sedersi al fianco di Fonseca nella conferenza che precede l’Europa League. El Shaarawy ammette di non essere al meglio: «Non gioco titolare da un po’, quindi devo mettere minuti nelle gambe e riprendere fiducia. Era previsto che rientrassi per gradi e così è stato. Mi sento molto meglio rispetto ai primi giorni passati a Trigoria, sono vicino al top. Ora voglio aiutare la squadra a centrare la qualificaz­ione».

RITORNO. La sua ultima partita vera, a causa della sospension­e del campionato cinese, risale al 7 ottobre, quando Mancini gli concesse 66 minuti in Italia-Moldavia. Poi El Shaarawy ha giocato altri due spezzoni in Nazionale a novembre, per un totale di 11 minuti, prima di ritirarsi a Dubai dove si è allenato con un preparator­e atletico molto stimato dagli sportivi profession­isti, l’inglese Chris Bowman. Ha lavorato tanto, ha lavorato bene, ma la solitudine è un nemico infido per i calciatori, che senza dialogare sul campo con i colleghi si allontanan­o progressiv­amente dall’elemento più familiare e stimolante: l’agonismo. Il Braga, dopo il 2-0 dell’andata, può offrirgli l’occasione di un atterraggi­o morbido dopo le prime comparsate nelle quali El Shaarawy aveva attivato l’azione del raddoppio in Portogallo e prodotto un calcio di rigore a Benevento disintegra­to dal Var. «Credo che per me non sarà difficile integrarmi negli schemi dell’allenatore - spiega - con questo modulo dovrò giocare più dentro al campo ma non è un problema. Quando c’è tanta qualità in attacco è un vantaggio, avrò più occasioni per essere decisivo. Direttamen­te con i gol o indirettam­ente con gli assist». E se nell’emergenza gli venisse chiesto di giocare esterno a tutta fascia non sarebbe drammatico «perché l’ho già fatto». Del resto è stato Fonseca a volerlo, lo avrebbe allenato volentieri già dall’inizio del campionato, ma all’epoca non si creò l’alchimia per il trasferime­nto.

CRESCITA. El Shaarawy torna in pista in una settimana speciale, che si concluderà con la “sua” partita: Roma-Milan. Lui al passato non pensa, semmai studia il futuro: «Il Milan è una squadra forte, giovane, con due grandi leader come Ibra e Mandzukic. Anche se viene da qualche passo falso non mi

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LAPRESSE Stephan El Shaarawy, 28 anni, durante un allenament­o a Trigoria
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