Difesa a 3 e attacco inedito ecco il piano “remuntada”
Maksimovic centrale, Koulibaly e Rrahmani ai lati Elmas a sinistra e Politano parte da centravanti
Se non è un inedito, ci manca poco: dev’essere la disperazione che spinge ad inventarsi una vita nuova, a buttarla sul tappeto verde come se fossero le ultime fiches in tasca, a giocarsela a dadi o in una mano di chemin de fer o anche con la difesa a tre. E’ una scelta (quasi) surreale e quando Gattuso l’ha sfruttata, non gli è poi andata così bene: la prima volta, il 31 gennaio, nel finale arroventato della sfida con il Parma e quella sera, uno a fianco all’altro, si ritrovarono Manolas, Maksimovic e Koulibaly, che settantadue ore dopo formarono il pullman da sistemare dinnanzi all’area, per frenare la dilagante Atalanta capace di arrivare ad Ospina ripetutamente e (anche) pericolosamente. Stavolta, non essendoci granché da difendere e però non avendo neanche gli uomini per attaccare (Lozano, Osimhen e Petagna in tribuna; Mertens in panchina), Gattuso azzarda la strategia a lui meno familiare, si gode la presenza di Koulibaly, lascia che quel muro - con Maksimovic e Rrahmani - conceda sicurezze a chi dovrà strappare in avanti e si lancia nel personalissimo tentativo di «remuntada» con una rete protettiva.
SOS. In questo clima d’emergenza che rimane, con una squadra che mostra le ferite e anche le crepe, la mossa di Gattuso si offre alle interpretazioni più varie: il 2-0 dell’andata sa di passaporto per l’inferno, rischia di cancellare un altro, l’ennesimo e anche il penultimo obiettivo stagionale e allora, per evitare che finisca in fretta, prendendo un gol che poi ne richiederebbe almeno quattro, si proceda di compromesso, attaccare e però con giudizio, proprio come direbbero gli spagnoli.
NOVITA’. E quindi, si cambia, eccome, ma non soltanto là dietro: perché pure il centrocampo a modo suo offre novità che introducono al clima da «dentro o fuori» e testimoniano la volontà di provarci dopo aver saccheggiato tutto il manuale dell’allenatore che consegna la corsia di sinistra ad Elmas, invitato a sacrificarsi in un ruolo che gli è appartenuto poco e che però la versatilità induce a sospettare possa ossequiare, generosamente.
NEO-BOMBER. Certo, in questa versione da piccolo-chimico, Gattuso
ha dovuto elaborare formule e soluzioni anche singolari, sulle quali è stato interpellato ad esprimersi dal destino: non avendo ormai attaccanti, da Bergamo è rientrato pure senza Osimhen, che dovrà starsene ad osservare i compagni dopo la paura di domenica sera; e davanti, in quest’emorragia, sono rimasti solo esterni di fascia e trequartisti, vecchie ali da travestire, per la circostanza, da centravanti e impostazioni che s’affideranno al talento e all’estro interpretativo, più che allo schema. Politano prima punta ha un suo passato, s’è industriato nel Sassuolo durante una fase emergenziale e non gli disse neanche male: proverà a (ri)farlo, con Zielinski ed Insigne alle sue spalle, con Mertens che si tufferebbe - se dovesse servire - per l’ultimo assalto in una notte contro natura, perché un Napoli così non s’è (quasi) mai visto.
Bakayoko-Fabian a centrocampo Mertens partirà dalla panchina