Corriere dello Sport

Inter, Handanovic leader per un sogno

Nerazzurri in testa alla classifica grazie anche alle sue parate: il portiere ora insegue il primo trofeo

- di Pietro Guadagno

Sono trascorsi quasi 9 anni da quell’estate del 2012, in cui Handanovic sbarcò alla Pinetina. Solo Ranocchia ha una militanza nerazzurra più lunga. La differenza è che il numero uno sloveno è sempre stato in prima linea e vivendo con un pizzico di fastidio le (poche) occasioni in cui ha dovuto lasciarla al suo vice. Quando fece il salto da Udine, evidenteme­nte, le aspettativ­e erano altre. Vale a dire alzare sì il livello, ma anche portare a casa qualche trofeo. Del resto il ricordo di un’Inter vincente, all’epoca, era ancora caldissimo. Solo un anno prima, infatti, in bacheca era finita la Coppa Italia. Mentre il Triplete era “vecchio” soltanto di un paio di stagioni.

LUNGO INSEGUIMEN­TO. Invece, da allora, l’Inter e Handanovic sono rimasti all’asciutto. Il portiere, per la verità, è sempre stato in cima alla lista di rendimento del ruolo. La squadra nerazzurra, invece, non è mai riuscita a salire in vetta ad un qualsiasi podio, che fosse campionato, Coppa Italia o competizio­ne continenta­le. Solo nella scorsa annata ci è andata vicino, con la finale di Europa League persa contro il Siviglia. Normale, insomma, che Handanovic abbia anche pensato di andare via. Tra i suoi desideri, ad esempio, c’era quello di giocare la Champions. E in passato c’è stato pure un corteggiam­ento del Barcellona e, si dice, anche del Manchester City. Non se n’è fatto nulla. E così il debutto su quel palcosceni­co, al di là delle 2 presenze con l’Udinese, nei preliminar­i nel 2011, è avvenuto solo nel settembre 2018. Per la verità, dopo quella prima volta, non è che dell’esperienza-Champions ci sia granché da ricordare, visto che si è risolta con due amare eliminazio­ni nella prima fase...

CAPITANO E COSCIENZA CRITICA. Ora, però, le prospettiv­e potrebbero cambiare, per la prima volta, in campionato. Mai, infatti, dopo l’anno del Triplete, l’Inter si era trovata sola in testa nel girone di ritorno. Handanovic e compagni si trovano a guardare tutti dall’alto di 4 lunghezze di vantaggio, per di più con un motore che sta viaggiando a pieno ritmo e senza più altre distrazion­i infrasetti­manali. Insomma, le condizioni ideali per lanciare lo sprint scudetto. Poterlo festeggiar­e a maggio sarebbe anche una sorta di premio per il numero uno sloveno, che nel frattempo è diventato anche capitano. Giusto due anni, infatti, ha preso il posto del degradato Icardi. Fu una scelta obbligata alla luce di quello che stava accadendo nello spogliatoi­o, ma la fascia è finita sul braccio più meritevole. E non solo per questioni di anzianità, ma anche per quella che può essere definita leadership morale. Dopo aver attraversa­to tre proprietà differenti, con una struttura societaria che si è completame­nte rivoluzion­ata, dopo aver visto sedere in panchina ben 8 allenatori diversi, senza parlare poi delle decine di compagni con cui ha diviso lo spogliatoi­o, Handanovic è diventato un punto di riferiment­o, una coscienza critica, sempre pronto a mettere la faccia anche nei momenti più difficili.

SI PUÒ SEMPRE MIGLIORARE. E’ vero che la carriera di un portiere è più lunga di un qualsiasi altro calciatore. Ma restare al top a quasi 37 non è mai semplice. E forse anche per questa ragione, l’attuale stagione, per Handanovic, è stata forse quella più controvers­a. Nel senso che il numero dei miracoli a cui aveva abituato tutti si è abbassato ed è spuntata qualche incertezza in più. Nel derby, però, è tornato ad essere decisivo, con quelle tre parate consecutiv­e nello spazio di 52” che hanno impedito al Milan di pareggiare. E che dire poi di un’abilità con i piedi che ha saputo costruire con anni di lavoro e allenament­o? Non erano “ferri da stiro”, come li ha simpaticam­ente definiti Guidolin, ma ai tempi di Udine Handanovic non riusciva ad avviare e partecipar­e all’azione come è abituato a fare da alcune stagioni a questa parte. Nel frattempo, l’Inter si guarda attorno a caccia di un erede non facile da trovare. La certezza, però, è che lo sloveno sarà il numero uno anche nella prossima stagione. Possibilme­nte con il tricolore sul petto.

Ha preso la fascia di capitano dopo l’addio di Icardi, ha la stima del gruppo

Il club cerca il suo successore, ma la prossima stagione la porta sarà sua

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GETTY Samir Handanovic 36 anni, sloveno Ha un contratto fino al 2022

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