Corriere dello Sport

«Vicenza cresce senza assilli»

- Di Adriano Ancona

Ciclo di ferro scollinato senza danni, anzi, con un pieno di autostima. Ma serve altro, parola di Giuseppe Magalini: il Vicenza non è al passo coi programmi iniziali. Il 13° posto all’inizio del girone ritorno obbliga Di Carlo e squadra a tenere le antenne dritte. Il direttore sportivo del club neo-promosso in B è rigoroso: «I risultati non ci soddisfano, dobbiamo fare di più. La posizione attuale del Vicenza in classifica impedisce di stare tranquilli. Ci sono delle difficoltà, occorre subito fare quei punti necessari a non restare coinvolti nella lotta salvezza. E stiamo facendo meno rispetto al nostro potenziale: forse il problema è un po’ di inesperien­za».

Se il programma era un Vicenza a portata di salvezza, allora ci siamo. «Siamo nel mezzo di un percorso in cui la vittoria ci è mancata molto. Io ho sempre detto che spero in un Vicenza come la squadra “fastidiosa” per la categoria. E che possa stabilizza­rsi nella parte sinistra della classifica. Però dobbiamo esserne consapevol­i. Nel senso che la salvezza è l’obiettivo di oggi, ma non quello dell’inizio di stagione. Il progetto di puntare alla serie A è quinquenna­le, non riguarda certamente questa stagione».

Mercato di gennaio senza scossoni. «È stato una linea di continuità, rispetto a quello estivo. Nessuno stravolgim­ento, visto anche il livello della serie B che è molto elevato. Il Monza non lo considero nemmeno come una società neo-promossa. Noi, Reggiana e Reggina siamo sulla stessa barca».

ORA IL PISA. C’è un match delicato in arrivo e Magalini lo sa. «Il Pisa è un avversario importante, protagonis­ta di una stagione di livello. Giocherà le proprie carte per i playoff: obiettivo che noi in questo momento non possiamo avere». Eppure il Vicenza tra Venezia, Salernitan­a e Spal non se l’è cavata male. «Diciamo che ci sono stati un po’ troppi pareggi, complessiv­amente. Ma contro il Venezia abbiamo fatto una partita perfetta, interpreta­ta bene anche nella sofferenza dell’ultima mezzora in dieci».

Di Carlo ha conquistat­o Vicenza anche da allenatore, dopo averlo fatto da calciatore. «Qui è un’istituzion­e, ci teneva a tornare anche come tecnico: ha dato anche una grossa mano nel vincere la Serie C. Quest’anno abbiamo avuto delle problemati­che per gli infortuni degli esterni, così ha dovuto rivedere il modulo». Per chiudere, l’Oscar del ds: «Il migliore? Istintivam­ente direi Giacomelli, un ragazzo al di sopra delle righe che è con noi da tanti anni. Ha saputo calarsi nel ruolo, anche ai tempi della serie C, in maniera particolar­e. Senza nulla togliere agli altri, ma so quanto il nostro capitano tiene a questa maglia».

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