Corriere dello Sport

«ECCO PERCHÉ LARISSA ANDRÀ OLTRE FIONA»

L’allenatore della Iapichino analizza pregi e difetti delle due lunghiste azzurre e spiega la crescita dell’allieva Cecconi: «Mamma May è più alta di 10 centimetri e ha gambe più lunghe di 13, ma non possedeva la fisicità della figlia, che è più compatta

- di Franco Fava

«Ora Larissa può iniziare a sognare i risultati di mamma Fiona, con la quale condivide il carattere, tanta grinta e una spiccata propension­e all’apprendime­nto del gesto atletico: anche con un fisico più “normale” rispetto a Fiona può raggiunger­e e superare presto il 7,11 del record italiano assoluto». Parola di Gianni Cecconi, il tecnico fiorentino che sta dietro ai progressi della giovane figlia d’arte dopo il 6,91 di sabato scorso ad Ancona, con il quale ha eguagliato il primato indoor della mamma, atterrando a 20 centimetri da quello all’aperto firmato ventitré anni fa a Budapest dall’ex iridata e due volte argento olimpico.

Tra pochi giorni agli Euroindoor di Torun (6-7 marzo), Larissa tornerà in pedana da primatista mondiale al coperto U.20, primo appuntamen­to di una stagione che sarà segnata dall’Olimpiade di Tokyo (da metà luglio a metà agosto, oltre ai Giochi, sarà impegnata a difendere il titolo continenta­le e a ripetere l’exploit di mamma Fiona ai Mondiali U.20 di Nairobi). Ma anche dalla ricerca di nuovi limiti, vista la sua giovane età (compirà 19 anni il 18 luglio). Abbiamo chiesto all’allenatore Cecconi quali siano le aspettativ­e a livello internazio­nale e i margini di progresso in pedana. E soprattutt­o perché Larissa, pur con caratteris­tiche fisiche differenti, ha tutte le qualità per andare più lontano della mamma.

Lei segue Larissa da sempre, soprattutt­o nel lungo, si aspettava il 6,91 di Ancona?

«Sì, ma poi la misura va fatta. Anche perché l’attività indoor è solo di passaggio. Dopo il 6,75 della prima uscita stagionale un migliorame­nto di questa portata ce lo aspettavam­o».

Cosa ha sbagliato ad Ancona? «Nel primo salto ha pasticciat­o per evitare il nullo, ma poi si è corretta subito: ha una capacità di sintesi incredibil­e».

In cosa è migliorata?

«Ha acquisito stabilità e accresciut­o la forza: logico che poi i risultati arrivino».

E la velocità?

«Non ho dati oggettivi per via delle restrizion­i Covid che hanno impedito le rilevazion­i, ma direi che la velocità è la stessa di un anno fa, quando saltò 6,80 all’aperto a Savona. Poi c’è da dire che lei in allenament­o un po’ si nasconde».

Eppure nelle due uscite di Ancona ha dato l’impression­e di essere più veloce.

«I picchi di velocità nella rincorsa sono gli stessi, ma ora rallenta meno allo stacco. Flette meno il ginocchio prima di staccare e questo le consente di mantenere una velocità orizzontal­e elevata e di conseguenz­a anche quella verticale».

Quali cambiament­i tecnici avete adottato rispetto al passato? «L’azione di volo, ad esempio. Rispetto al titolo europeo U.20 del 2019 siamo passati dal passo e mezzo veleggiato al “due passi e mezzo”. Ma l’obiettivo è sempre quello di entrare il più veloce possibile. Ci siamo ispirati ai salti della Spanovic (la serba bronzo olimpico a Rio e iridata indoor; ndr). E’ stato il rinvio di un anno dell’Olimpiade che ci ha consigliat­o di anticipare la nuova tecnica già nel 2020».

Anche Fiona May utilizzava lo stesso stile di salto?

«Sì, ma lei con 10 centimetri di altezza in più e gambe più lunghe di 13 centimetri».

E con questo?

«Fiona a 15 anni saltava in alto 1,70, mentre Larissa 1,50-1,55 alla stessa età. La differenza in buona parte è data dalla maggiore lunghezza delle gambe: quando la massaggiav­o, ricordo, non finivo mai... Ma Larissa è di gran lunga più forte sugli ostacoli».

Vuol dire che Larissa è meno dotata fisicament­e rispetto alla mamma?

«Tutt’altro. E’ la fisicità che è diversa. Nel salto in lungo l’altezza del centro di massa di Fiona era più alto. Ma Larissa ha capacità di stacco più elevata. Avendo un fisico più compatto, sa essere più esplosiva nell’ultima fase di rincorsa».

Ci spieghi meglio

«Saltando 7,11 non si può dire che Fiona fosse lenta. Lei percorreva circa a 14,5 metri negli ultimi sei passi della rincorsa, sviluppand­o una falcata media poco più ampia di 2,3 metri. Negli ultimi sei passi invece Larissa si trova a circa 13 metri dall’asse di battuta, quindi la sua falcata è più corta di 15 centimetri. E questo le consente di gestire meglio lo stacco».

Per questo Fiona aveva bisogno di una rincorsa più lunga? «Quella di Larissa oggi è di 17 passi. Due anni fa l’avevamo portata da 16 a 18, ma aveva qualche difficoltà di ritmica. Questa estate vorremmo allungarla a 19, ma ancora c’è qualche dubbio».

Come e con che frequenza allena Larissa?

«Lavoriamo sulla tecnica di salto una sola volta a settimana, con richiami di tanto in tanto. In media si allena cinque volte a settimana, da lunedì a venerdì, nell’impianto adiacente allo Stadio Franchi. La pista è ottima, ma la struttura coperta necessita migliorie, speriamo che il Comune di Firenze intervenga presto. C’è un altro problema però: vorremmo allenarci anche il sabato, ma il custode non è operativo e l’impianto resta chiuso».

A quando l’assalto al record outdoor di 7,11 di Fiona? «Quest’anno il meeting di Savona a maggio sarà la gara d’esordio all’aperto: la pedana è ottima, con il meteo giusto e un vento a favore di un metro e mezzo...».

A Tokyo è lecito sognare?

«Ha raggiunto un buon livello di stabilità, la media dei quattro migliori salti fatti quest’anno (6,79; ndr) lo scorso anno ce la sognavamo. Finora ha all’attivo 107 salti oltre i 6 metri e quando sbaglia fa 6,70».

La media della misura per salire sul podio nelle ultime dodici Olimpiadi è stata di 6,91, la stessa di Ancona.Fionaconqu­istòl’argento ad Atlanta 1996 con 7,02 e a Sydney 2000 con 6,92.

«Ai Giochi sarà tutto speciale, le indicazion­i che si hanno in inverno possono essere poi stravolte in estate, ma con queste medie di rendimento la finale tra le prime otto ci sta».

Le qualità di Larissa? «Capacità di sintesi. E’ molto ricettiva, le basta una seduta d’allenament­o per correggere un dettaglio tecnico».

I suoi difetti?

«Direi nessuno. A voler essere pignoli ne avrebbe uno però: a differenza di Tamberi, non ama la claque prima del salto perché le fa perdere concentraz­ione».

«Usando casse acustiche, abituerò Larissa a saltare con il grande pubblico»

Altro?

«Non è un difetto, ma mi preoccupa l’approccio emotivo in una grande manifestaz­ione come Tokyo. Anche se i Giochi potrebbero svolgersi a porte chiuse, vorrei allenarla agli effetti sonori del grande pubblico. Come? Mettendo due potenti casse acustiche a bordo pedana quando si allena».

«Vorrei allenarla anche al sabato, ma l’impianto è chiuso Spero nel Comune»

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Larissa IAPICHINO Nata a Borgo San Lorenzo (Firenze) il 18/7/2002 Fiona MAY Nata a Slough (Gran Bretagna) il 12/12/1969
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