Corriere dello Sport

Torino, Cortina, Foggia Sarà un Giro durissimo

Si preannunci­a una corsa atipica, con ben otto arrivi in salita. Il c.t. Cassani: «Ci sono almeno 14 tappe nelle quali la classifica può cambiare» Dopo l’abbuffata di Meridione dello scorso ottobre, sarà la città pugliese il punto più a sud dell’edizione

- di Giorgio Coluccia

«Il percorso mi soddisfa, spero di essere al meglio Tante salite vere, alcune già nella prima settimana, e poi lo Zoncolan parla da sé»

Vincenzo Nibali, 36 anni, capitano della Trek-Segafredo: ha vinto il Giro d’Italia nel 2013 e nel 2016

«Ho messo la crono di Torino tra gli obiettivi, sarà una prova veloce. Vorrei vestirmi ancora di rosa dopo il primo giorno come a Palermo nel 2020»

Filippo Ganna, 24 anni, campione del mondo della cronometro su strada, gareggia per la britannica Ineos

«Mi sto allenando di nuovo, non ho certezze, ma spero di essere al Giro Vorrei viverne l’atmosfera e conoscere di più l’Italia»

Remco Evenepoel, 21 anni, belga, stella della Deceuninck-Quick Step, fermo dal 15 agosto per l’incidente al Lombardia

Bernal, re del Tour nel 2019: «Sognavo il Giro dal mio primo anno in Italia»

Il Giro si è fermato a Foggia, proprio in occasione del simbolico 160° anniversar­io dell’Unità d’Italia. C’è un grande assente lungo quei 3450 chilometri svelati ieri. E c’è anche un precedente ancora fresco, vale a dire la corsa rosa di due anni fa, spintasi appena fino a San Giovanni Rotondo dopo il via da Bologna.

Stavolta, dopo l'abbuffata di Meridione dello scorso ottobre, sarà Foggia il punto più a sud dell’edizione n.104, come sede di partenza dell’ottava frazione. Una toccata e fuga prima di virare alla svelta verso nord, per scrivere nuove pagine di un romanzo infinito, che novant’anni fa dava luce al mito della maglia rosa, indossata per la prima volta nel 1931 dal pioniere Learco Guerra.

CRONOMETRO. La cronometro inaugurale dell’8 maggio a Torino, già nel mirino di un Ganna che sogna l’ennesimo simbolo del primato, sarà replicata soltanto l’ultimo giorno per l’arrivo a Milano.

Appena 38 chilometri di prove contro il tempo, pochissime montagne oltre i duemila metri. Si preannunci­a un Giro quasi atipico, che conta ben otto arrivi in salita (inclusi Zoncolan e Marmolada) e due frazioni con tratti in sterrato, quelle di Campo Felice e Montalcino, dove il precedente del 2010 rispolvera ricordi epici.

IN SLOVENIA. Si sconfinerà in Slovenia durante la Grado-Gorizia e in Svizzera nella Verbania-Alpe Motta mentre la tappa regina tra i recenti Mondiali di sci e le Olimpiadi del 2026 - sarà quella di Cortina, con un piatto da indigestio­ne tra Pordoi (Cima Coppi), Passo Fedaia e Giau prima dell’arrivo in picchiata. E chissà cosa penseranno i corridori quando nell’ultima settimana, nel bel mezzo delle grandi montagne, si troveranno di fronte i 228 chilometri del quart’ultimo giorno, da Rovereto a Stradella, tutti piatti e con qualche asperità nel finale: l’ultima volta, appena quattro mesi fa, con lo sciopero per la Morbegno-Asti era finita malissimo. Oltre agli anniversar­i già citati, per i 700 anni dalla morte di Dante si partirà da Ravenna e per i 100 anni dalla nascita di Alfredo Martini si passerà da Sesto Fiorentino.

23 SQUADRE. In virtù della wild card in più rilasciata dall’Uci, al via ci saranno 23 squadre, incluse le Profession­al italiane Eolo-Kometa, Bardiani-Csf e Vini Zabù, con 184 corridori in totale al via. Il parterre de roi lascia presagire grandi battaglie, con un debuttante d’eccezione come Egan Bernal, vincitore del

Tour nel 2019 e in cerca di riscatto dopo un’annata deludente. «Sognavo il Giro sin dal mio primo anno in Italia alla Androni Giocattoli-Sidermec - ha dichiarato il corridore della Ineos -. Ho già provato la salita dell’Alpe di Mera e sarà una tappa molto difficile».

Ci riproverà a 36 anni anche Vincenzo Nibali, che sulla sua strada troverà Landa, Pinot, Bardet, Vlasov e un Evenepoel alle prese con un recupero più difficile del previsto. Potrebbe tornare anche Peter Sagan, come ha lasciato intendere ieri: «L’Italia resta una meta speciale per me. Peccato che a ottobre la pandemia abbia reso impossibil­e l’abbraccio con il pubblico. Speriamo che passi presto e che ci si possa incontrare sulle strade».

CASSANI. Il benestare al nuovo percorso è arrivato anche dal commissari­o tecnico della Nazionale, Davide Cassani: «Gli otto arrivi in salita sono più facili nella prima metà e molto più impegnativ­i nella seconda parte. Il tappone dolomitico si chiude in discesa, ma propone davvero tanti chilometri di salita. Sulla carta ci sono almeno quattordic­i tappe nelle quali la classifica può cambiare».

La Rai ha annunciato che 17 tappe su 21 verranno trasmesse con dirette integrali. I diritti restano così alla tv di Stato, ma rispetto al canonico biennio l’accordo è stato siglato solo per un anno e per una cifra vicina agli 8 milioni, da ridiscuter­e nel prossimo autunno. Si vedrà, intanto mancano 72 giorni. E poi sarà ancora una volta Giro d’Italia.

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