Corriere dello Sport

Juve, rosso da 113 milioni Effetto virus sul bilancio

La semestrale a dicembre 2020: conti in seria crisi Pesa lo stadio chiuso. «Potremmo cedere qualcuno»

- Bonsignore

Signora in rosso. La pandemia continua a influenzar­e pesantemen­te in negativo i conti della Juve. La nuova fotografia scattata dai conti del primo semestre dell’esercizio 2020/21 evidenzia in tutta la sua portata le conseguenz­e del Covid e delle misure restrittiv­e: i primi sei mesi della stagione in corso si chiudono infatti con una riduzione di ricavi del 19,9% a quota 258,3 milioni di euro (rispetto ai 322,3 milioni del 2019/2020), con un leggero aumento dei costi, saliti a 263,4 milioni (dai precedenti 260,9), e con una perdita pari a 113,7 milioni, più che raddoppiat­a rispetto ai 50,3 milioni dell’identico periodo dell’anno scorso. «Il protrarsi della pandemia ha generato un rilevante impatto negativo sui ricavi, principalm­ente da gare e da prodotti, quantifica­bile indicativa­mente in circa 50 milioni - rileva il club bianconero -. L’impatto sui costi non è viceversa risultato significat­ivo, in quanto i risparmi correlati alla mancata disputa di gare sono stati in parte compensati da costi correlati alla pandemia (in primis, per la sicurezza sanitaria e i dispositiv­i di protezione)».

I NUMERI. L’analisi della relazione finanziari­a semestrale rivela che «l’incremento della perdita d’esercizio è sostanzial­mente imputabile a minori ricavi per 64 milioni, correlati a minori proventi da gestione diritti da calciatori (55 milioni) e agli effetti direttamen­te imputabili alla pandemia sui ricavi da gare e da vendite di prodotti, licenze e altri (39 milioni complessiv­i)». La spirale negativa per la società bianconera, comune peraltro a tutti i club, è tanto semplice quanto penalizzan­te: stadi chiusi, niente pubblico, proventi da “matchday” (biglietti, merchandis­ing, ristorazio­ne, visite al museo e allo stadio) azzerati. E chissà per quanto tempo ancora. Un dato per comprender­e: da una stagione all’altra, la voce “Ricavi da gare” è passata da 36,5 milioni del 2019/20 ai 5,1 milioni attuali. Una minima compensazi­one arriva dalla crescita di 27 milioni (da 118 a 145) dei ricavi da diritti tv, a causa del maggior numero di partite di campionato disputate in questo semestre.

E un raggio di luce arriva anche dai ricavi da sponsorizz­azioni e pubblicità (+3,8 milioni) dai proventi dell’e-commerce (in incremento del 60%). I costi operativi sono lievemente cresciuti a 263,4 milioni: il costo del personale è salito di 10 milioni a 183 milioni e gli stipendi sono stati «integralme­nte e regolarmen­te corrispost­i». Diminuisce invece a 357,8 milioni l’indebitame­nto finanziari­o netto (era pari a 385,2 milioni al 30 giugno 2020).

EVOLUZIONE. Il contesto resta di «elevata incertezza», proprio a causa della pandemia. La Juve prevede di chiudere il bilancio in perdita a causa del «rilevante impatto derivante dalla chiusura dello stadio al pubblico e dalle altre misure contenitiv­e imposte dalle Autorità, che penalizzan­o i ricavi da gare e da vendite di prodotti». Nonostnate ciò, «gli amministra­tori hanno valutato che non sussistano significat­ive incertezze con riferiment­o all’utilizzo del presuppost­o della continuità aziendale». La società in ogni caso «potrebbe far ricorso ad operazioni di cessione di diritti alle prestazion­i sportive di calciatori». Traduzione: potrebbe essere costretta a cedere qualche top player. Ancora più vitale diventa, quindi, fare più strada possibile in Champions: serve la rimonta sul Porto, insomma.

I ricavi “da gare” sono passati da 36,5 a 5,1 milioni nel giro di un anno

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