Corriere dello Sport

Gattuso onesto: «C’è rammarico Il responsabi­le è il sottoscrit­to»

«La squadra se l’è giocata. Preso un gol assurdo nella loro unica azione. Eravamo tre contro uno»

- Di Antonio Giordano

Ora ch’è finita per davvero, e ci sarebbe da guardarsi dentro, osservando la luna e non il dito, quel che rimane al Napoli è la sensazione limpida, sostenuta dal secondo tempo, d’aver sprecato del tempo, almeno quarantaci­nque minuti. Ora che restano soltanto sedici partite per cercare di (ri)conquistar­e la Champions e non sprecare quel patrimonio decennale da cittadina dell’Europa, è un’analisi dalla quale non può sparire né l’amarezza e né l’autocritic­a. Ora che la stagione è appesa ad un filo sottilissi­mo, sospesa pericolosa­mente tra il tutto e il niente, val la pena di lasciare a bordo campo gli alibi e ripensare lucidament­e a tutto quello che il Napoli ha sprecato e che Gattuso rimpiange. «Abbiamo preso un gol assurdo. Dobbiamo essere rammaricat­i. Tre contro uno in area abbiamo preso gol. Non ricordo altre loro azioni». Si può resistere, ancora, intorno ad una narrazione romantica e anche un po’ retorica, aggrappars­i alla sfortuna e all’emergenza, e però in Europa va avanti il Granada, nonostante Gattuso sia «orgoglioso di quello che è stato fatto».

GLI ASSENTI. È tutto vero, anche che in infermeria fosse rimasta (quasi) una squadra: però il secondo tempo ha spiegato che i superstiti, in un atteggiame­nto sempliceme­nte naturale, hanno cerchiato d’azzurro un gap tecnico che gli infortuni e le assenze non avevano cancellato. «Anche con dieci giocatori abbiamo dimostrato di cosa siamo capaci. Nel primo tempo abbiamo deciso di giocare a tre perché il Granada, all'andata, ci ha messo in difficoltà a destra ed abbiamo tentato una soluzione diversa provandoci con un calciatore che ha caratteris­tiche più offensive».

LUI E L’ARBITRO. Napoli-Granada è ormai materiale per l’archivio e in quello stadio vuoto, senza più l’Europa League, Gattuso scova fantasmi che l’annebbiano: il signor Siebert è la sagoma da colpire, mentre intorno c’è ancora rabbia: «Chi ci rappresent­a deve farsi sentire di più. Io dagli arbitri chiedo rispetto. Nel secondo tempo non abbiamo giocato e se avessimo fatto noi quello che ha fatto il Granada saremmo finiti su tutti i giornali. Si è giocato poco e non lo dico perché ho perso».

OTTIMISMO. E pure in questa serata di cui non resta niente, c’è un pizzico d’ottimismo che trasmette quel Ghoulam tenuto per 45 in panchina, lasciando Elmas a sinistra a fare cose che non gli sono mai appartenut­e. «Faouzi ha messo in campo tanta qualità e ora speriamo di recuperare anche gli altri. Io ho visto una squadra vogliosa, che se l’è giocata. La squadra deve stare tranquilla. Rompete le scatole al sottoscrit­to, il primo responsabi­le sono io. La maglia è pesante, ci stiamo giocando qualcosa di importante. Restiamo concentrat­i, se serve mettiamoci anche i tappi ma le critiche sono giuste ed anche la delusione ci sta. Il primo che deve pagare sono io. Ora bisogna concentrar­si sulla prossima partita, quella con il Benevento. Mi basterebbe che non commettess­imo qualche errore che poi finirebbe per pregiudica­rci il nostro cammino. Non dobbiamo deprimerci, dobbiamo insistere nel lavoro e fare meno danni possibili. Dobbiamo guardare avanti». Perché è meglio non voltarsi.

«Ora non dobbiamo deprimerci. Critiche giuste. Chi deve pagare sono io»

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MOSCA Il colpo di testa nel finale di Faouzi Ghoulam del Napoli
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