ARBITRI EUROSCOPPOLE
Una lunga storia avversa iniziata nella finale di Coppa dei Campioni 1957 tra Real e Fiorentina Del Cerro Grande, Ovrebo, Cakir: quante sviste E pensare che abbiamo Collina e Rosetti ai vertici
Dalla Juve all’Atalanta passando per la Lazio gli errori arbitrali in Champions League contro le nostre squadre sono solo gli ultimi episodi amari di una serie infinita
Scavando nella notte dei tempi, si può risalire alla mamma di tutti i torti arbitrali subiti dalle squadre italiane in Europa. Finale di Coppa dei Campioni anno 1957, per la prima volta avevamo una nostra finalista, la Fiorentina di Julinho e Montuori contro il Real Madrid di Gento e Di Stefano. Si giocava a Madrid, naturalmente. Fino all’ultimo dei suoi giorni, Ardico Magnini, il terzino dei viola, ha giurato che il fallo su Mateos lo aveva commesso un metro fuori area e che quello non era mai rigore. Vittorio Pozzo, inviato de La Stampa, scrisse: «Un rigore che secondo noi è irregolare. Esso nacque da un sospetto di fuorigioco non rilevato dall’arbitro. Comunque Mateos, la mezz’ala destra, filò via e fu atterrata con uno sgambetto da Magnini. Lo spagnolo cadde lungo disteso in area, ma secondo noi il fallo contro di lui fu commesso al di qua della linea. L’arbitro concedette subito la punizione massima e non si lasciò commuovere dalle proteste dei fiorentini che volevano fosse sentito uno dei guardialinee…».
Più di sessant’anni fa, ma la storia non sembra cambiata. Il calcio italiano ha da sempre un rapporto tormentato con gli arbitri delle coppe, anche se come designatori l’Uefa ha avuto due italiani, prima Collina, ora Rosetti, in tribuna a Bergamo ad assistere al misfatto di Stieler nell’espulsione di Freuler. Che l’arbitro tedesco avesse un peso sulla coscienza si è visto qualche minuto dopo quando Casemiro ha appoggiato una mano sulla coscia di Zapata, crollato a terra: ammonizione. Ma quando mai?
Nella giornata di coppe sono mancati due rigori, uno alla Lazio per il fallo di Boateng su Milinkovic e uno alla Juve per l’atterramento di Zaidu su Ronaldo. Quando Pirlo, nel dopo-partita, ha raccontato che l’arbitro Del Cerro Grande gli aveva spiegato di non aver fischiato il rigore perché la partita era finita (ma ha fischiato dopo...), c’è tornato in mente un episodio incredibile di Barcellona-Fiorentina 1-1, semifinale di andata della Coppa delle Coppe 96-97: all’ultimo istante, sull’1-1, contropiede di Robbiati che filava da solo in contropiede, l’arbitro tedesco Heynemann fermò il suo scatto, ma non si capì per quale ragione. Bene: aveva fischiato la fine della partita. Restando alla Fiorentina diventerà storico il gol convalidato a Miro Klose, andata degli ottavi di Champions 200910: il pingue norvegese Ovrebo non si accorse di un fuorigioco di un paio di metri. I viola persero 1-2 e al ritorno, vincendo 3-2, sono eliminati.
DALLA SPAGNA. Carlos Del Cerro Grande era già stato protagonista negativo in una recente partita di Champions della Juventus, contro l’Ajax, trattenuta di Tagliafico su Bentancur in area olandese. Niente rigore. Si può ricordare il famoso “bidone dell’immondizia al posto del cuore” (di buffoniana memoria) dell’arbitro inglese Oliver nel ritorno di Real Madrid-Juventus che sul 3-0 per i bianconeri al 90' decretò il rigore per un intervento di Benatia su Vazquez. All’andata, sul 3-0 per il Real il turco Cakir non aveva fischiato un fallo da rigore su Cuadrado. Si può tornare ancora più indietro, al gol in fuorigioco di Mijatovic nella finale di Champions League 97-98, arbitro il tedesco Krug, o riavvicinarsi ai tempi nostri con un’altra finale di Champions, quella di Berlino contro il Barcellona: sull’1-1 fallo netto in area catalana di Dani Alves su Pogba non visto dal turco Cakir, sempre lui. Se restiamo alla Juve di Allegri si può ricordare la terribile serata dell’andata degli ottavi di Champions 2015-16 contro il Bayern Monaco, terribile per la Juve ma anche per l’arbitro inglese Atkinson che convalidò la rete di Müller con Lewandowski in fuorigioco (era davanti a Buffon), non fischiò un rigore per un tocco di mano dell’allora bavarese Vidal e decise che era buono anche l’altro gol del Bayern nonostante un fallo su Bonucci.
GOL-NON GOL. Il Milan della prima Champions di Berlusconi, 88-89, si vide togliere due reti validissime, la prima di Van Basten nella ripetizione della gara di Belgrado contro la Stella Rossa (palla dentro di un metro abbondante, arbitro il tedesco Pauly), la seconda di Rijkaard a Brema (colpo di testa deviato oltre la linea dal portiere, arbitro il portoghese Santos). Non esisteva ancora la gol-technology. In semifinale, al Bernabeu, rete annullata ai rossoneri per fuorigioco inesistente di Gullit, arbitro lo svedese Fredriksson: finì 1-1, al ritorno 5-0 per il Milan. Quanto a fuorigioco, pazzesco il gol convalidato al Dnipro (off-side clamoroso di Seleznyov) nella semifinale d’andata di Europa League 2014-15 contro il Napoli (1-1, arbitro il norvegese Oddvar Moen).
Ma forse sono ancora più clamorosi i due rigori non concessi alla Roma nella stessa gara contro il Liverpool, Champions 2017-18: parata di Alexander-Arnold su tiro di El Shaarawy e atterramento di Dzeko da parte del portiere Karius, arbitro Skomina, sloveno. Con i Reds la Roma aveva già un conto aperto: nel 2001, ritorno degli ottavi di finale di Coppa Uefa, lo spagnolo Garcia Aranda fischiò il rigore, indicando il dischetto, a favore della Roma, ma 10 secondi dopo lo trasformò in calcio d’angolo. Capello andò su tutte le furie e l’allora commissario straordinario della Figc, Gianni Petrucci, scrisse una letteraccia alla Uefa.
Nella fase a eliminazione diretta dell’Europa League 201213, la Lazio si ritrovò con 2 espulsi e 4 rigori contro in 5 partite, l’ultima, col Fenerbahçe, fu una vergogna diretta dallo scozzese Collum. All’Inter i danni arbitrali sono proseguiti anche in questa stagione: all’andata, contro lo Shakhtar, fallo da rigore di Bondar su Lukaku non fischiato dal bulgaro Kabakov (0-0); a Madrid, l’1-0 del Real è nato da un fallo su Hakimi non visto dal francese Turpin. Inter subito fuori dalla Champions. Colpa nostra, delle nostre squadre, ma con i gentili omaggi degli arbitri stranieri. A volte potremo arrenderci anche a un luogo comune: gli arbitri italiani sono i migliori al mondo. Pensa agli altri, appunto...