FERRARI, UN PASSO AVANTI
Nuova modifica nell’organico, in attesa di una figura tecnica forte di riferimento. L’incontro con Elkann
Maranello continua a lavorare per il ritorno al vertice ma per ora cambiano i ruoli, non i giocatori Montecchi promosso al posto di Resta
Continuano le scosse di avvertimento in casa Ferrari, sempre in attesa del big-one. L’organico si modifica ulteriormente in funzione di una maggiore efficienza, ma ad aspettare grandi nomi si rimarrebbe delusi.
La stagione è di quelle da far tremare le vene e i polsi, perché bisogna far dimenticare subito il sesto posto tra i costruttori dello scorso anno (con una manciata di punti in più rispetto all’Alpha Tauri), e nel contempo metter giù definitivamente il progetto della vettura del 2022, grande occasione di trovare una nuova competitività grazie al cambiamento drastico dei regolamenti.
Mattia Binotto non poteva giocare in tutti i ruoli, com’era apparso evidente già due anni fa quando divenne team principal. Allora doveva occuparsi del progetto e di mille altre importantissime questioni, sicché prese a delegare alcuni dei suoi compiti, a più riprese, ciò che è successo anche stavolta.
PIÙ MEKIES. Ora la parte commerciale e marketing del team è stata affidata a uno specifico e specializzato ramo dell’azienda. Binotto potrà così concentrarsi sull’area tecnica e per farlo al meglio diserterà alcuni gran premi, com’era già successo due volte nella scorsa stagione per ragioni contingenti. Il nuovo caposquadra sul campo sarà, permanentemente, Laurent Mekies, già sottoposto al test della supplenza in quelle due occasioni.
L’aggiustamento principale è la nuova responsabilità di Fabio Montecchi, che di fatto va a sostituire Simone Resta passato alla Haas. Sarà chassis project engineering che nella nostra volgare lingua equivale a progettista: di fatto raccoglie le idee messe su dal gruppo che fa capo a David Sanchez (vehicle concept) e le trasforma in progetto. Montecchi era il vice di Resta, o meglio si alternava in questo ruolo con Andrea De Zordo, il quale però pure lui s’è spostato in Haas assieme a Resta.
La figura di riferimento dell’area telaio/aerodinamica rimane Enrico Cardile, promosso come primo responsabile nel luglio scorso. Lascia solo un po’ perplessi il fatto che nell’organigramma ruotino gli stessi uomini che un anno fa vararono la SF1000, macchina è che è meglio dimenticare in fretta (se non per la bella sigla e l’indimenticabile livrea commemorativa adottata al Mugello). No, anzi: quel gruppo dovrebbe essersi indebolito con le partenze in direzione Haas.
CONTRO I TOP. L’unione tra Cardile, Sanchez e Montecchi dovrebbe consentire di vincere o quanto meno sostenere il confronto con la batteria di ingegneri della Mercedes capeggiati da James Allison (allontanato da Maranello nel 2016), con quel one-man-band di Adrian Newey che ha appena scolpito una nuova e sofisticatissima Red Bull, e con James Key che è una gran bella testa in forza alla McLaren.
Non sarà facile, ma va notato che la Ferrari ha titolato il suo comunicato “Continua l’evoluzione della struttura” eccetera, il che dunque non chiude gli spazi a qualche nuovo arrivo.
Intanto ieri il presidente John Elkann ha voluto incontrare il team, pronunciando poche e prevedibili parole: «La cosa più importante di questa stagione sarà dimostrare la nostra voglia di vincere, servono responsabilità e umiltà. Bisognerà prestare attenzione ad ogni minimo dettaglio: conta tutto» (fino a due anni e mezzo fa, però, il presidente non sentiva il bisogno di incontrare il team, visto che già ci lavorava dentro).
Binotto sarà meno presente ai GP, dove la squadra risponderà a Laurent Mekies
Dal presidente discorso al team: «Vincere con umiltà e responsabilità»