Mal d’Africa: la F.1 vuole tornarci
Non ci si può non andare, semplicemente. Ecco cosa pensa oggi la Formula 1 dal continente africano, tagliato fuori dal Mondiale dal 1993, anno dell’ultimo GP del Sudafrica. Un campionato globale regge se articolato su quattro continenti, ma è giusto che venga toccato anche il quinto, come ha sottolineato Chloe Targett-Adams, direttore per promozione gare della Formula 1. «L’Africa è un posto che vogliamo fortemente, una nostra priorità e speriamo di poterci andare nel breve o medio termine – ha dichiarato la manager – Essere assenti dall’Africa è semplicemente sbagliato, in questo ha ragione Lewis», ha spiegato riferendosi a Hamilton il quale più volte, soprattutto l’anno scorso in concomitanza delle sue testimonianze in favore di “Black lives matter”, aveva sottolineato la necessità. Ora Kyalami, nella municipalità di Johannesburg, si è rinnovata ed è tornata a porre la propria candidatura per il 2023, trent’anni esatti dopo l’ultima edizione. C’è anche un contatto con il Marocco, che ospitò un GP nel 1958. Ci sono però, naturalmente, altri continenti che spingono. Da quando ha preso in mano la Formula 1 (2017) Liberty Media ha fortemente spinto per avere due eventi negli Stati Uniti ma non è mai stato possibile, più volte si è parlato di Miami e New York, ma tutto è caduto nel vuoto. “Gli Stati Uniti rimangono una chiara priorità strategica – ha detto la Targett-Adams – Stiamo cercando una possibilità per una seconda gara, e lo stesso vale per l’Oriente. Siamo una serie globale».