Scarso: Lascio la scherma come ultimo atto d’amore
ERA PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DAL 2005 «Sono sicuro, me la sarei giocata con qualsiasi rivale. Ma adesso bisogna solo pensare al futuro»
Al momento del commiato, Giorgio Scarso rivendica la dignità di essere padrone del proprio destino. Non è stata una riforma a mandarlo a casa e nemmeno le parole di chi accusava i presidenti federali (vedi l'ex ministro Spadafora) di essere attaccati alla poltrona. «Avrei avuto la forza di fare altri 4 anni - ha dichiarato Scarso nella conferenza stampa d’addio alla Federscherma –. Me la sarei giocata con qualsiasi avversario. Ma ci sono momenti in cui bisogna guardare al futuro e 20 anni, 4 da vicepresidente e 16 da presidente, sono un tempo sufficiente per lasciare il testimone. Io sono in debito con la federazione, non in credito».
IL SALUTO. Scarso saluta a pochi mesi da Tokyo. Domenica, all'Auditorium Parco della Musica di Roma, osserverà da spettatore neutrale la sfida per la successione in FIS tra Paolo Azzi (favorito alla vigilia) e Michele Maffei. L'assemblea eleggerà anche 7 consiglieri delle società (15 candidati), 2 in quota atleti (4 candidati), 1 tecnico (2 candidati) e 1 revisore dei conti (2 candidati). Scarso si sarebbe volentieri goduto la quarta Olimpiade da presidente; ma, com’è noto, nonostante il rinvio di un anno dei Giochi non è stato concesso alle federazioni di posticipare di 12 mesi le elezioni. «Un presidente deve sapere quando fare un passo indietro. Non ricandidarmi è una scelta dettata dall’amore verso la disciplina».
SUCCESSI. La scherma con "il maestro di Modica" ha vinto 1768 medaglie, di cui 517 d’oro, ed è salita al primo posto del medagliere assoluto delle Olimpiadi. Fu eletto per la prima volta il 26 febbraio 2005, esattamente 16 anni fa. L’atleta che l’ha sorpreso di più? «Paolo Pizzo, che ha battuto un tumore,e Valentina Vezzali dopo la maternità». Il momento più emozionante? «L’esordio a Pechino». Quello più triste? «Il caso
Baldini», trovato positivo al furosemide alla vigilia delle Olimpiadi 2008, dunque escluso, e poi risultato innocente. «Ci hanno trattato da appestati, ma Andrea dimostrò la sua purezza». Al consiglio federale che verrà dà un suggerimento: «La gente si aspetta risultati, però i risultati non sono frutto del caso. Bisogna investire sui giovani, coniugare la promozione e l’alto livello».
CANDIDATO EUROPEO. Giorgio Scarso lascia la FIS, ma rilancia a livello europeo. E dopo aver attaccato duramente il presidente della federazione mondiale, il russo Ališer Usmanov (accusato di essere anti democratico), presenta la sua candidatura alla European Fencing: «L’Italia ha il dovere di esercitare un ruolo che gli viene riconosciuto in tutto il mondo. Per questo mi candido alla presidenza della confederazione europea. Vorrei che passasse il concetto che non si può decidere tutto a Mosca».
Il combattivo dirigente classe 1946 continuerà le sue battaglie per la scherma. Uscendo di scena, si concede l'ultima stoccata: «La governance dello sport è un caos. Oggi c’è l’ufficio sport, il Coni, Sport e Salute. Ci fanno fare ogni volta il giro delle sette chiese e non tutti hanno gli stessi obiettivi. La riforma Spadafora? Ci sono tutte le premesse affinché decada».
«Però mi candido per la confederazione europea: Mosca non può decidere tutto»