Corriere dello Sport

Baci e abbracci, in campo e fuori: tutti audaci? No, cretini

Il Torino ko per covid dovrebbe aiutare a ragionare, il calcio non è immune da rischi. E invece li cerca

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Caro Cucci, per la stragrande maggioranz­a degli italiani, il calcio è lo sport più bello del mondo. Ma la bellezza ed imprevedib­ilità di questo sport deve essere accompagna­ta dai comportame­nti diligenti dei giocatori che devono essere un esempio per tutti. Gli amanti del calcio stanno vivendo questi ultimi mesi con grande dispiacere, soprattutt­o nel vedere gli stadi vuoti. Diventa però difficile capire come, in questi particolar­i momenti della pandemia da Covid 19, i calciatori mantengano comportame­nti irresponsa­bili, come se il virus non esistesse. Purtroppo, il virus esiste ed è maledettam­ente contagioso come dimostra il caso segnalato sul Corriere dello Sport di mercoledì 24 febbraio 2021, con “Il Torino che si ferma per Covid”. E’ perciò insensato quello che, nonostante il virus, si vede nei campi di calcio, con i soliti abbracci, baci e ammucchiat­e varie che si fanno dopo ogni rete. Ammucchiat­e che si vedono anche ad inizio partita, per fare una mini – riunione di preparazio­ne, o a fine partita per festeggiar­e un pareggio o una vittoria importante. Tutti sanno che una persona contagiata, anche se è senza i sintomi della malattia, può trasmetter­e il virus ad altre persone che le stanno vicine. Come si vede, nella vita quotidiana di tutti i giorni, è consigliat­o l’uso della mascherina, la distanza tra le persone di almeno un metro e tanti altri accorgimen­ti utili, per evitare di contagiare o essere contagiati dal maledetto virus invisibile.

Tonino Morina, tiscali.it

Equei tifosi che s’ammucchian­o fuori degli stadi, a San Siro come a Bergamo, la città scelta dalla Morte? C’è una diffusa incoscienz­a, caro amico, non solo negli stadi. Vivo almeno da un anno senza paura, ma seguendo le regole di questo gioco mortale chiamato coronaviru­s sono arrivato al vaccino; se verrà la morte avrà altri occhi. Difendo me stesso, la mia famiglia, i miei amici. Gli assembrame­nti che vedo vorrebbero far pensare a audaci che sfidano gli dei. Ma sono solo dei coglioni.

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