Corriere dello Sport

DOPO L’ASSIST Chiesa: Niente scuse, ripartiamo

L’ESTERNO INVITA I COMPAGNI A NON MOLLARE

- Di Nicola Balice

Uno contro tutti, questo è sembrato Cristiano Ronaldo a Verona. Anche se forse non è andata esattament­e così, almeno nelle intenzioni pure nella Juve improvvisa­ta di ieri sera c'è stato qualcuno che ha provato a non farlo sentire troppo solo, oltre all'assist di Federico Chiesa c'è però poco da salvare. Ma il problema è che Ronaldo solo contro tutti non è bastato. Nonostante la sua zampata non sia mancata nemmeno in questa occasione.

A parte CR7, questa Juve è davvero troppo fragile e distratta, è davvero troppo poco Juve. Se contro il Crotone è di fatto bastato Ronaldo per fare un boccone dei calabresi, contro il Verona il fuoriclass­e portoghese è servito solo per un pareggio che di fatto non aiuta: né il morale né la classifica.

NO ALIBI. E così lo scudetto appare sempre più lontano, anche se lo spogliatoi­o ci crede come ammesso da Chiesa al termine: «Ci mancano giocatori importanti, ma siamo la Juve e non dobbiamo cercare alibi, dovevamo assolutame­nte vincere e ci servirà per il futuro. Non è immaturità la nostra, stiamo mancando solo nei piccoli particolar­i. Pensiamo già allo Spezia, perché noi crediamo nello scudetto e fino alla fine daremo battaglia».

I NUMERI DI CR7. Non resta altro da fare che guardare avanti, proprio il fatto di avere Ronaldo rappresent­a il principale motivo per restare ottimisti. Intanto il gol segnato ieri sera permette a CR7 quantomeno di allungare in vetta alla classifica marcatori su Romelu Lukaku, salendo a quota 19 contro i 17 del belga. E in assoluto il ritmo che sta mantenendo in serie A è sempliceme­nte impression­ante, perché Ronaldo continua a segnare in media un gol a partita: nelle ultime 47 partite ha infatti segnato 47 gol. Casa o trasferta cambia poco, solo Momo Salah ed Erling Haaland hanno segnato più gol di lui in trasferta nei principali campionati europei, 16 per loro rispetto ai 14 di Ronaldo. I numeri non mentono, segna sempre o quasi e si carica la squadra sulle spalle nel momento di difficoltà. Solo che non basta più.

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LAPRESSE Federico Chiesa, 23 anni

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