Corriere dello Sport

Conte come Ulisse «Sordi alle sirene»

Con il Genoa per la fuga, il tecnico chiede equilibrio «Non dobbiamo farci ammaliare Confermiam­o il momento felice ora ogni gara diventa decisiva»

- Di Pietro Guadagno

L’occasione, sulla carta, è ghiotta, anzi di più. L’Inter già lassù a +4 che affronta in casa il Genoa e il Milan, secondo, e con molte meno certezze rispetto a qualche mese fa, che fa visita alla Roma. A fine giornata, insomma, più probabilit­à che i nerazzurri aumentino il vantaggio piuttosto che i rossoneri si ravvicinin­o. Già ma sono proprio questi momenti che Conte considera maggiormen­te delicati e, potenzialm­ente, insidiosi. C’è il rischio di farsi prendere dall’entusiasmo e, sull’onda delle 3 vittorie contro Juventus, Lazio e Milan, pensare che l’ostacolo rossoblù possa essere aggirato agevolment­e. Roba da “pazza” Inter. Quella che, sin dal suo arrivo, il tecnico leccese ha dichiarato di voler cancellare. La sfida con il Genoa, ma anche quella di giovedì con il Parma, dunque, saranno test per capire se la squadra nerazzurra sia davvero vicina a guarire dalla sua pazzia, per sposare la continuità della grande squadra. Sono le partite da vincere già nel tunnel, usando una definizion­e dello stesso Conte.

ATTENZIONE ALLE “SIRENE”. Insomma, quella di oggi ha tutta l’aria di essere una prova di maturità. «E’ così che dobbiamo considerar­la – dice l’allenatore leccese -. In questo momento tutte le partite diventano decisive, ogni gara è importante da vincere per far crescere le nostre ambizioni. Sarà una prova fondamenta­le, dobbiamo essere bravi a trovare equilibrio nei momenti negativi e positivi. Nei momenti negativi abbiamo dimostrato di saper reagire, ora dobbiamo essere bravi a non farci ammaliare dalle sirene e dobbiamo confermare questo momento positivo».

Si torna sempre lì, al percorso che l’Inter ha imboccato da un anno e mezzo abbondante e che l’ha portata, almeno in campionato, in una condizione ideale. Per intendersi, l’ultima volta che i nerazzurri si sono trovati in testa nel girone di ritorno è stato nella statione del Triplete. In passato, invece, era capitato di volare all’andata, per poi calare o, addirittur­a, precipitar­e dopo il giro di boa.

ANTIDOTO ERIKSEN. Volendo, quest’anno è accaduto l’esatto contrario. Forse anche stanchi per aver finito solo a fine agosto la scorsa stagione e di fatto con vacanze ridotte ai minimi termini, Lukaku e soci sono partiti con passo lento. Da novembre in poi, invece, trovando maggiore equilibrio grazie ad un atteggiame­nto meno spregiudic­ato, hanno cominciato a premere sull’accelerato­re. Il risultato è che i punti mangiati al Milan sono diventati 9. Ma ora che è caldo, il ferro deve continuare ad esser battuto. E, peraltro, c’è sempre da migliorare, visto che solo un mese fa, contro l’Udinese, l’Inter ha confermato le sue difficoltà contro avversari che sanno fare massa davanti alla propria area. E Ballardini, oggi pomeriggio, potrebbe scegliere lo stesso tipo di tattica. «E’ una squadra molto ben organizzat­a con un’identità ben definita», ha avvisato Conte. Rispetto al passato, però, c’è un antidoto, anzi due: Eriksen e Perisic. Con il primo, infatti, la manovra è meno prevedibil­e e, grazie ai suoi tocchi di prima, si riducono i tempi di gioco. Con il secondo, invece, la bilancia non pende più solo a destra. E, visto che contro il Genoa, non ci sarà proprio lo squalifica­to Hakimi, la spinta del croato sarà ancora più decisiva.

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GETTY IMAGES Antonio Conte tiene unico e compatto il gruppo, chiede equilibrio e di non farsi affascinar­e e distrarre dalle sirene del primato
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