Fonseca avvisa «La mia Roma punta sempre al massimo»
«Loro in crisi? Non mi fido Negli occhi dei miei giocatori la volontà di fare un partitone»
Il fascino dell’occasione è che quasi mai si rivela unica, a posteriori. Però quando la vedi davanti, quando la studi e la brami, ti sembra intollerabile perderla. E’ il sentimento che ha esternato Gianluca Mancini con un’espressione genuina dopo aver eliminato il Braga: «Ci rode non aver vinto ancora uno scontro diretto». Beh, allora il Milan rappresenta una grande possibilità. Per la classifica, che in caso di risultato positivo risucchierebbe gli avversari nel volatona per la Champions, e per l’autostima, minata dalle sconfitte di Napoli e di Bergamo, del derby e di Torino. Paulo Fonseca da parte sua preferisce non gonfiare la vigilia di aspettative, per evitare di alimentare una sorta di complesso da grandezza: «Negli occhi dei miei giocatori vedo soltanto la volontà di fare una grande partita. Non ci sono altri elementi su cui ragionare. Dobbiamo però riconoscere che il Milan è una squadra forte. La loro stagione è stata finora splendida. E’ vero che non hanno fatto grandi risultati nelle ultime uscite ma io ho visto le partite. Non sono affatto in crisi. Contro l’Inter per esempio hanno creato diverse situazioni pericolose, perciò mi aspetto un avversario tosto. Il Milan è una squadra aggressiva e ambiziosa».
ATTEGGIAMENTO. La riverenza dialettica non determina la necessità di snaturarsi: «Questo non accadrà. La Roma ha la sua identità. Non cambieremo il nostro modo di ragionare in campo. A prescindere dall’avversario, noi costruiremo sempre l’azione dal basso provando a mettere in difficoltà chi ci sta di fronte». A cominciare da Ibrahimovic, che cercherà di contrastare con una difesa più muscolare. Sperando che Mkhitaryan, lasciato a riposo giovedì in coppa, torni ad essere determinante: «Sono due grandi giocatori. Difficile paragonarli ma entrambi stanno aiutando molto le rispettive squadre».
SOLO OGGI. Fonseca ufficializza il riposizionamento di Spinazzola sulla fascia e respinge ogni riflessione sul futuro: «Mi interessa solo il presente». L’interessamento del Benfica è reale ma non lo distrae: «Io penso solo alla
Roma». E in effetti i Friedkin, che erano entrati nel club con l’idea di scegliere in fretta un nuovo allenatore, sono rimasti soddisfatti dal lavoro di Fonseca. Di lui ha parlato molto bene alla proprietà Tiago Pinto. Ciò che accadrà alla fine della stagione, continuità o separazione, dipenderà dal comportamento della squadra nel finale di stagione. Non solo per un discorso contrattuale (il rinnovo è automatico in caso di raggiungimento della Champions) ma anche di intesa sul progetto. Tanto i Friedkin quanto Fonseca vogliono aspettare prima di discutere del futuro. E non è detto che la Roma, dopo i dubbi sul possibile, sia l’unica a decidere.
LO STADIO. Dan Friedkin, che ieri ha compiuto 56 anni, è abituato a fare le cose con calma. Non derogherà ai suoi princìpi nella scelta sull’allenatore e neppure sulla vicenda dello stadio, che resta in sospeso dopo il ritiro della candidatura per l’area di Tor di Valle. Fonseca dà un supporto alla proprietà nel momento di dibattito sul tema: «Io sono un allenatore, quindi non è a me che bisogna domandare di questioni del genere. Però posso dire che il presidente ha una grande voglia di costruire uno stadio per la città e per i tifosi della Roma».
«Abbiamo la nostra identità, in campo il modo di ragionare non deve cambiare»