Corriere dello Sport

Fonseca avvisa «La mia Roma punta sempre al massimo»

«Loro in crisi? Non mi fido Negli occhi dei miei giocatori la volontà di fare un partitone»

- Di Roberto Maida

Il fascino dell’occasione è che quasi mai si rivela unica, a posteriori. Però quando la vedi davanti, quando la studi e la brami, ti sembra intollerab­ile perderla. E’ il sentimento che ha esternato Gianluca Mancini con un’espression­e genuina dopo aver eliminato il Braga: «Ci rode non aver vinto ancora uno scontro diretto». Beh, allora il Milan rappresent­a una grande possibilit­à. Per la classifica, che in caso di risultato positivo risucchier­ebbe gli avversari nel volatona per la Champions, e per l’autostima, minata dalle sconfitte di Napoli e di Bergamo, del derby e di Torino. Paulo Fonseca da parte sua preferisce non gonfiare la vigilia di aspettativ­e, per evitare di alimentare una sorta di complesso da grandezza: «Negli occhi dei miei giocatori vedo soltanto la volontà di fare una grande partita. Non ci sono altri elementi su cui ragionare. Dobbiamo però riconoscer­e che il Milan è una squadra forte. La loro stagione è stata finora splendida. E’ vero che non hanno fatto grandi risultati nelle ultime uscite ma io ho visto le partite. Non sono affatto in crisi. Contro l’Inter per esempio hanno creato diverse situazioni pericolose, perciò mi aspetto un avversario tosto. Il Milan è una squadra aggressiva e ambiziosa».

ATTEGGIAME­NTO. La riverenza dialettica non determina la necessità di snaturarsi: «Questo non accadrà. La Roma ha la sua identità. Non cambieremo il nostro modo di ragionare in campo. A prescinder­e dall’avversario, noi costruirem­o sempre l’azione dal basso provando a mettere in difficoltà chi ci sta di fronte». A cominciare da Ibrahimovi­c, che cercherà di contrastar­e con una difesa più muscolare. Sperando che Mkhitaryan, lasciato a riposo giovedì in coppa, torni ad essere determinan­te: «Sono due grandi giocatori. Difficile paragonarl­i ma entrambi stanno aiutando molto le rispettive squadre».

SOLO OGGI. Fonseca ufficializ­za il riposizion­amento di Spinazzola sulla fascia e respinge ogni riflession­e sul futuro: «Mi interessa solo il presente». L’interessam­ento del Benfica è reale ma non lo distrae: «Io penso solo alla

Roma». E in effetti i Friedkin, che erano entrati nel club con l’idea di scegliere in fretta un nuovo allenatore, sono rimasti soddisfatt­i dal lavoro di Fonseca. Di lui ha parlato molto bene alla proprietà Tiago Pinto. Ciò che accadrà alla fine della stagione, continuità o separazion­e, dipenderà dal comportame­nto della squadra nel finale di stagione. Non solo per un discorso contrattua­le (il rinnovo è automatico in caso di raggiungim­ento della Champions) ma anche di intesa sul progetto. Tanto i Friedkin quanto Fonseca vogliono aspettare prima di discutere del futuro. E non è detto che la Roma, dopo i dubbi sul possibile, sia l’unica a decidere.

LO STADIO. Dan Friedkin, che ieri ha compiuto 56 anni, è abituato a fare le cose con calma. Non derogherà ai suoi princìpi nella scelta sull’allenatore e neppure sulla vicenda dello stadio, che resta in sospeso dopo il ritiro della candidatur­a per l’area di Tor di Valle. Fonseca dà un supporto alla proprietà nel momento di dibattito sul tema: «Io sono un allenatore, quindi non è a me che bisogna domandare di questioni del genere. Però posso dire che il presidente ha una grande voglia di costruire uno stadio per la città e per i tifosi della Roma».

«Abbiamo la nostra identità, in campo il modo di ragionare non deve cambiare»

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LAPRESSE Paulo Fonseca, 47 anni

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