Il metodo Baroni mille ambizioni ma tanta umiltà
Umilmente rampanti. Il metodo Baroni rimane infallibile. Se ne sta accorgendo anche la Reggina, ricostituita dopo un avvio controverso e responsabilità mal sopportate da una squadra che aveva impattato la B sotto il peso di tante attese che avevano finito per creare squilibri in un gruppo, peraltro, tanto rinnovato. Grandi nomi ad accendere la fantasia della tifoseria amaranto. Ma c’era un duro lavoro propedeutico da fare che solo ora sta dando i suoi frutti. Oggi come in passato, complice la bravura del tecnico fiorentino che da calciatore aveva già legato il suo nome al secondo scudetto del Napoli di Maradona. Ma anche in panchina aveva fatto sognare: il piccolo e orgoglioso Lanciano della fascinosa presidentessa Valentina Maio, prima di fare grande il Pescara condotto alle soglie dei playoff vinti, poi, col Benevento, firmando la prima storica promozione dei sanniti del presidente Vigorito in A. Sempre con le stesse regole d’ingaggio: lavoro, umiltà, ambizioni. La stessa cura ricostituente a cui ha sottoposto la Reggina ora squadra mentalmente pronta a giocarsela con tutti almeno alla pari.
Se n’è dovuto accorgere una Spal in caduta libera e sempre più irriconoscibile al di là dei torti arbitrali patiti. Anche ieri non ci siamo fatti mancare niente con lamentele diffuse, non solo a carico del solito Monza agevolato dall’ormai nota teatina Di Monte, accuratamente da evitare. Per la verità, urla anche il Lecce a Pescara e la Salernitana s’era già fatta sentire nell’anticipo. Insomma, nulla di nuovo in attesa del VAR. Ma questa volta ci mette del suo la Spal, rimanendo in dieci e consegnandosi a un avversario che aveva evidentemente più fame. Marino non sa più vincere e comincia a perdere allontanandosi dal vertice della classifica, scivolato com’è a 6 punti dal 2º posto e a 9 dal 1º nonostante la contestuale frenata dell’Empoli. Per la verità l’andamento lento riguarda tutte le squadre attualmente nel perimetro playoff. Una constatazione che fa sperare i calabresi dopo la festa al “Mazza”. Nel nuovo anno solare Baroni come Dionisi: 15 punti. Solo Venezia e Chievo meglio. Addirittura 23 in 13 gare da quando ha ereditato la squadra da Toscano. Ovviamente, lui frena, consapevole che basta poco a rovinare tutto. Ma se i playout non sono ancora del tutto scongiurati, l’8º posto non è più una chimera. L’importante è tenere bene in mente come si fa. Perché ormai è chiaro che si può vincere o perdere contro chiunque. Ci riesce per la prima volta in casa, finalmente, anche il Cosenza che piega il Chievo e poi soffre e fa soffrire i suoi tifosi sin ben oltre il 90’. E’ il destino dei lupi che tanto piacciono a Occhiuzzi, un tecnico che non può permettersi tregue. Il Brescia è dietro l’angolo, domani si torna in campo ed è ancora vietato fare pronostici!