Smith sposta l’orizzonte «Competitivi in 8 anni»
«La prima cosa che ho chiesto alla squadra prima di entrare all’Olimpico è stata di essere sé stessa»: lui è Andy Farrell, tecnico dell’Irlanda. E il suo è un sospiro di sollievo.
«Siamo delusi dal risultato. Da una parte facciamo passi avanti, ma stavolta per esempio siamo stati battuti sui punti d’incontro e allora andremo a lavorare anche lì»: lui invece è Franco Smith, c.t. azzurro.
«Quando perdi inizia l’autoanalisi. Beh, l’Irlanda era sotto pressione, è arrivata qui con buona volontà e offrendo lo stesso spirito che le sue franchigie mostrano in Pro 14. È la squadra di classe mondiale che ancora non siamo. In difesa, ai miei, non potevo chiedere di più, anche se sono stati commessi tanti errori. Non possiamo dire che non ci siano progressi, ma bisogna anche considerare la qualità di chi fronteggi».
Sul tema esperienza: «Non posso essere io a darla ai ragazzi. Non siamo allo stesso livello degli altri, ma stiamo cercando di esserlo. Le sconfitte così bruciano, ma si va passo dopo passo. Entro i prossimi otto anni questa squadra sarà competitiva, ma prima di camminare deve gattonare».
Dopo la batosta, la squadra si è riunita in cerchio in mezzo al campo. Riccioni il più agitato. Varney, kaputt prima dell’inizio per un dito slogato della mano sinistra, il più sfortunato. «Ci siamo confrontati - racconta il capitano Bigi - Sono d’accordo con quello che ha detto Riccio: ciò che stiamo creando è qualcosa d’importante e qualcosa sta cambiando. Abbiamo bisogno di una vittoria, qualcosa che ci dica se siamo sulla strada giusta e ci consenta di cavalcare l’onda». Poi chiude ottimista: «Da capitano sono fiducioso che il percorso imboccato sia quello giusto. Siamo attaccati da tutte le parti, ma lo spirito c’è».