La Compagnoni: «Potrà vincere ancora la Coppa»
«Ha esperienza, è polivalente: punti in alto. Sono felice che mi abbia raggiunta: ora mi superi»
Fede come Deborah. La prima italiana a mettere le mani sulla sfera di cristallo più prestigiosa del Circo Bianco e la leggenda azzurra con il maggior numero di ori al collo tra Olimpiadi (3) e Mondiali (3) sono una affianco all’altra, appaiate a quota 16 vittorie in Coppa del Mondo. Brignone e Compagnoni, due pezzi di storia nostrana dello sci alpino, così diverse eppure così uguali per la tenacia nel superare le avversità: la valdostana più forte delle critiche e dei momenti bui, la valtellinese capace di superare una sequela di infortuni che avrebbero fermato persino un bulldozer.
Deborah non vedeva l’ora di accogliere Fede al primo posto della graduatoria azzurra di tutti i tempi: «Sono felicissima per lei, merita questa bellissima vittoria, oltretutto in Italia. Peccato che non sia riuscita a far bene anche ai Mondiali di Cortina, ma lo sport è così e questo bellissimo risultato darà a Federica moltissima fiducia».
TRE DISCIPLINE. I sedici successi di Federica provengono da tre discipline: sette sono arrivati in gigante, cinque in combinata e quattro in superG. Altrettante le specialità in cui vinse Deborah con tredici acuti in gigante, due in superG e uno in slalom. Quest’ultima però è sicura di una cosa: «Ora che mi
Federica Brignone ha raggiunto, Fede mi supererà sicuramente. Adesso le auguro di organizzarsi bene per le prossime stagioni, perché credo che abbia ancora grandi possibilità per la Coppa del Mondo generale. Ha molta esperienza ed è una delle pochissime polivalenti che ci sono nel circuito».
Dunque, secondo la fuoriclasse azzurra degli anni Novanta, dopo una stagione più difficile, la carabiniera valdostana può tornare a fare sogni di cristallo. E chissà che non riesca a seguire anche il suo esempio nei grandi eventi, visto che sin qui Fede ha fatto incetta di coppe (due di specialità in gigante e combinata oltre al trofeo della generale), ma non è mai riuscita a conquistare né titoli olimpici né iridati, fermandosi all’argento quando era ancora una ragazzina nel gigante mondiale di Garmisch del 2011 e poi cogliendo il bronzo a cinque cerchi sulle nevi sudcoreane di PyeongChang, sempre tra le porte larghe.
VERSO I GIOCHI. Pechino può essere l’obiettivo da mettere nel mirino per consacrarsi ancor di più tra le grandi dello sci di casa nostra, visto che negli ultimi mesi la stella di Fede era stata un po’ oscurata dalle serie vincenti di Bassino e Goggia. La concorrenza interna a volte fa brutti scherzi, ma il momento difficile sembra superato proprio grazie al successo scacciacrisi sulle Dolomiti, che arriva proprio quando in tanti pensavano che l’assenza di medaglie nell’unico mondiale casalingo della sua carriera avesse lasciato un solco profondo nel cuore.
Da qui alla fine della stagione, Fede ha almeno tre occasioni per tentare di mettere in riga le rivali e cercare il successo numero 17 auguratole da Deborah. Oltre al gigante di sabato a Jasnà, l’attendono il gigante e il superG delle finali di Lenzerheide, dove, senza altre distrazioni di classifica, potrà sciare con la mente libera e sfogare tutta la sua aggressività senza più pressioni.
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