Corriere dello Sport

Faniel, un record tira l’altro «Vado ai Giochi per il podio»

Dopo maratona e 10 km, il poliziotto di origine eritrea stabilisce pure il primato della mezza, vecchio di 19 anni «È vero, con le scarpe “magiche” in carbonio la spia della riserva si accende più tardi. Senza vento, avrei abbattuto il muro dell’ora»

- Di Christian Marchetti

Una gara organizzat­a in pochi giorni, la Tuscany Camp Half Marathon all’aeroporto di Siena. Una concorrenz­a di livello. Un vento fastidioso. Fatica che al decimo chilometro ha visto Yeman Crippa vittima illustre. Eyob Faniel, azzurro delle Fiamme Oro, non si è scomposto e si è messo alle calcagna dei migliori. All’arrivo: primo Felix Kipkoech (Ken, 59’35”); secondo e terzo Alex Kibet (Ken) ed Eyob Faniel in 1h00’07”. Per il 28enne di Bassano del Grappa è record italiano nella mezza maratona, 13” meglio del precedente primato di Rachid Berradi del 2002. Il terzo record in un anno dopo quelli nella maratona (2h07’19” a Siviglia), superando di 3” Stefano Baldini, e dei 10 km (28’08”), eguagliand­o Daniele Meucci.

UN’ORA. Il tempone stabilito ieri fa però tremare un muro storico dei 21,097 km all’italiana, quello dell’ora. «L’ho visto vicino e poi sfuggire. Ma dal decimo chilometro in avanti abbiamo trovato troppo vento». Per Eyob, nato in Eritrea, e in Italia da 17 anni per ritrovare il padre trasferito­si nel 1998, altro materiale per sognare. «Dove voglio arrivare? Alle Olimpiadi per rincorrere la medaglia della maratona. Mi sento in un ottimo stato di forma. Non vedo ostacoli, a parte quelli che sfuggono al controllo di un atleta. Del resto, dal 2020 a oggi le abbiamo azzeccate tutte».

Parla al plurale, Faniel. Lui e il tecnico Ruggero Pertile, ex maratoneta. Una squadra che si allarga quando a Eyob chiediamo a chi dedica l’ultimo record. «A mia figlia Wintana (nata nel 2016; ndr). Anche alla più piccola, Liya (2020), ma Winty ha sofferto maggiormen­te i 40 giorni che ho trascorso in Kenya per allenarmi: ha segnato con le crocette sul calendario i giorni fino al mio ritorno».

In Kenya, a Kapsabet, papà si allenava proprio con Kipkoech e Kibet. L’ultimo tassello prima del ritorno in gara, «ma visto l’annullamen­to causa Covid della mezza di Rak, negli Emirati, del 19 e della maratona di Taipei del 21 marzo abbiamo dovuto cambiare qualcosa, passando da 200 a 180/185 km a settimana».

SCARPE MAGICHE. In Toscana, Faniel ha debuttato anche con il nuovo sponsor tecnico. Le scarpe? Quelle “magiche” in carbonio che aiutano a triturare record. «La tecnologia continuerà a produrre scarpe sempre più evolute. Quelle di oggi ti consentono di rinviare il più possibile l’accensione della “spia della riserva”. In effetti qualcosa in più ce l’hanno». «Ma se non ti alleni bene non servono a nulla!», puntualizz­a coach Pertile.

A volte le scarpe non bastano nemmeno per fuggire. Mamma e papà ex combattent­i nella guerra d’indipenden­za eritrea, i tre figli cresciuti parlando italiano, la cittadinan­za italiana nel 2015. «Se mi volto indietro vedo nonostante tutto una bellissima infanzia, che mi è servita a diventare l’uomo e l’atleta che sono adesso. Coronaviru­s permettend­o, torno spesso ad Asmara, anche per allenarmi ai suoi 2400 metri d’altitudine». Quanto al futuro, «da domani si torna agli allenament­i. Se voglio sognare in grande, devo lavorare in grande».

«Lo dedico alla mia primogenit­a, che soffre tanto quando mi alleno in Kenya»

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FIDAL/GRANA Eyob Faniel, 28 anni, piomba sul traguardo ieri a Siena
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