Corriere dello Sport

Il punto d’incontro quotidiano tra un grande giornalist­a e i lettori del Corriere dello Sport-Stadio post@corsport.it italocu39@me.com

- Di Italo Cucci

Caro Cucci, BEN-TEGODI! Si legge Juric con 2 legni presi in un furore atletico superiore a quello mostrato dalla Juve; e si legge Conte che viaggia spedito verso un distacco incolmabil­e. Malgrado il corpo a corpo conosciuto e riconosciu­to dallo stesso Pirlo, l’allenatore bianconero affida Antonin Barak 190 cm, alla cura (si fa per dire) di Alex Sandro che di centimetri ne conta 10 in meno… e così svaniscono come neve al sole altri 2 punti, correndo poi dei rischi che un’altra Juve con meno defezioni non avrebbe mai corso. Tutto ciò per dire che l’obiettivo decimo scudetto, caro ad Andrea Agnelli, comincia a sfumare nella nebbia padana del rientro da quel di Verona. E poi ci sono i conti in seria crisi come ha mostrato la semestrale di dicembre del 2020: oltre 113 milioni di perdite che il cugino Elkann avrà appuntato sul taccuino Exor. Il ritorno con il Porto diviene così il crocevia di una intera stagione. Dovesse uscire, la Juve perderebbe anche quegli introiti dalla Champions che le sono indispensa­bili visto lo stadio chiuso ed i costi operativi che viaggiano senza ritardi. Possibile che un manager attento come Andrea Agnelli non abbia pensato ad un piano B? Il mio modestissi­mo parere è che qualora la Juve uscisse dalla Champions, l’amico del golf Pirlo a fine campionato lascerebbe il posto a Zidane che sta soffrendo con i blancos. Zizou che grazie a CR7 ha vinto 3 Champions di fila con il Real e che incarna quella legge mai scritta ma sempre accettata che appartiene alla storia della Juve: vincere è l’unica cosa che conta.

SUPPLIZI E VARIANTI - Ci risiamo, caro Italo! Quest’anno la Juve è così: da puntuali cilecche! Forse ancora non si è accorta di ripetere la stessa partita sia in campionato che in Champions, e non escludo che anchenegli­allenament­ilapalla venga passata a come capita, quindi a casaccio. Ne viene fuori un tipo di gioco inguardabi­le, e mi meraviglio che Pirlo non si accorga che così facendo si lasciano le iniziative agli avversari, che ringrazian­o grati e commossi. Certo, ogni tanto si vince perché la palla

Cominciamo da Pirlo. Dico subito che raramente mi è capitato di mutare avviso sulle capacità di un tecnico con tanta frequenza. Mantengo un rispetto infinito per Andrea ma non mi stupirei se Verona fosse per lui fatale. Impossibil­e? Sabato ero a Palermo, in tivù (Tgs) e ho serenament­e snocciolat­o tutti gli errori commessi dal signor Boscaglia che ho conosciuto e apprezzato ai tempi del Trapani e non ritrovavo più dall’inizio di questo campionato, soprattutt­o nell’ambizione di fare il “suo” calcio... elegante mentre anche i più modesti avversari infilavano i rosanero in contropied­e. Finita la trasmissio­ne mi hanno detto sì, dice bene, gli errori ci sono, ma Boscaglia è blindato (termine usato spesso, oggi). Sta di fatto che alle 23.50 lo hanno rimosso. In panchina va il suo vice, Giacomo Filippi, cresciuto nel Partinicau­dace... E allora tutti a dirmi: il vice è un

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