Myanmar, uccisi 18 manifestanti «Èabominevole»
Dall’Onu all’Ue arriva la condanna E anche Biden introduce sanzioni
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Per l’ex Birmania domenica è stato il giorno più sanguinoso dal 1° febbraio, quando la giunta militare ha preso il potere, destituendo il governo democraticamente eletto di Aung Sann Suu Kyi, e scatenando massicce proteste nelle principali città del Paese. Secondo l’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, almeno 18 manifestanti sono stati uccisi e oltre trenta sono stati feriti dalle forze di sicurezza che hanno aumentato la repressione contro i dissidenti, sparando proiettili sulla folla e utilizzando gas lacrimogeni, granate stordenti e idranti. «Durante tutta la giornata, in diverse località del Paese, la polizia e i militari hanno usato la forza contro manifestazioni pacifiche», ha detto la portavoce Onu Ravina Shamdasani. Le vittime sono state segnalate a Yangon, Dawei, Mandalay, Myeik, Bago e Pokokku. La polizia ha arrestato in un solo giorno almeno 85 persone e 7 giornalisti per un totale, secondo le Nazioni Unite, di mille arrestati dall’inizio delle proteste. Tra i detenuti c’è anche la leader del governo, Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, successivamente finita al centro delle polemiche per le atrocità commesse dalla Birmania contro la minoranza musulmana dei Rohingya. Le forze di sicurezza hanno intensificato la repressione dei dissidenti sabato, dopo che l’ambasciatore del Paese presso l’Onu ha invitato il mondo a fare pressione sui militari per la cessione del potere. La comunità internazionale ha criticato la violenta repressione portata avanti dai militari e ha chiesto ripetutamente alla giunta di riconsegnare il potere nelle mani del governo democraticamente eletto. L’Ufficio per i diritti umani dell’Onu ha “condannato fermamente l’escalation di violenza” e ha difeso il diritto del popolo del Myanmar “di riunirsi pacificamente e di chiedere il ripristino della democrazia”. Una condanna è arrivata anche dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Josep Borrell, che ha annunciato a breve nuove misure da parte di Bruxelles in risposta agli ultimi sviluppi. «La violenza non darà legittimità al ribaltamento illegale del governo democraticamente eletto», ha detto Borrell, che ha parlato di una “brutale repressione” delle proteste pacifiche. “Prendere di mira i civili è abominevole”, ha commentato l’ambasciata degli Stati Uniti in Myanmar. Il presidente Usa Joe Biden ha già introdotto sanzioni contro i leader militari responsabili del golpe. Anche nella vicina Thailandia si è tenuta una protesta del movimento pro-democrazia in solidarietà alle manifestazioni in Birmania.