Quando il tiratore è puro
Nella NBA vanno matti per gli specialisti, quelli che sanno fare una cosa molto bene. Magari sono capaci di fare anche altro, eppure gli chiedono solo quello: o tirare, o prendere rimbalzi, o fare blocchi. Nel nostro campionato la situazione è leggermente diversa. Ad esempio: negli Usa a Datome dicevano “appena hai la palla in mano tira”; a Milano continua a metterla dentro, però prende pure rimbalzi e si sbatte in difesa. Ma se esistesse davvero il prototipo del tiratore puro, quello risponderebbe al nome di Kevin Punter, che sembra provenire da un’altra epoca, gli anni 80-90, quando giocatori come lui non erano poi merce così rara. Esiste una profonda differenza tra realizzatore e tiratore puro, e ieri l’americano dell’Armani lo ha dimostrato con un naturalezza e precisione quasi irreale. Con quelle gambe esili si muove sul parquet come un ballerino, uscendo dai blocchi con una velocità e una “leggerezza” che diventano piacere puro per gli occhi di chi lo guarda. La meccanica di tiro poi è praticamente perfetta, e non permette al malcapitato difensore di prendergli le misure (in A viaggia con il 47.5% da tre...). Magari adesso qualche tifoso della Virtus Bologna si starà chiedendo perché al termine del 2018-19 Punter è stato lasciato libero dal club bolognese con cui aveva vinto una Champions, risultando peraltro l’MVP delle Final Four. Dicono che sia stato giudicato troppo poco difensore per giocare a fianco di Teodosic (genio della regia ma non un mastino nella propria metà campo), e probabilmente è vero. Nel frattempo, però, Kevin a Milano continua a “ballare”, e a segnare. Come un giocatore di altri tempi».