Corriere dello Sport

Sant’Antonio da scudetto

L’Inter batte il Genoa (3-0), Lukaku super. Pioli non molla

- D’Ubaldo, Evangelist­i, Guadagno, Maida e Ramazzotti

Romelu a segno dopo 32 secondi poi propizia le altre due reti:

«È il nostro segnale alle rivali» Il tecnico: «Siamo maturati molto però mancano ancora 14 partite»

Allo stadio Meazza la capolista conferma le sue grandi ambizioni di scudetto superando senza affanno il Genoa e inanelland­o sei vittorie (più lo 0-0 di Udine) con un solo gol al passivo. Mentre davanti ci pensa il suo bomber scatenato

L'Inter vola. Contro il Genoa ha vinto la quinta partita su cinque dall'inizio del girone di ritorno, non ha subito gol per la sesta volta nelle ultime sette gare e adesso ha addirittur­a dieci punti di vantaggio sulla Juventus. L’unico a reggere il passo è il Milan, secondo a meno quattro. Con quattordic­i giornate da giocare lo scudetto non è ipotecato, ma la prova di forza che i nerazzurri stanno dando in questo 2021 è davvero impression­ante e fa pensare, complice l'assenza di impegni in Europa e l'attuale margine in classifica, che siano favoriti. In questo momento in Italia non c'è un'altra squadra così solida in fase difensiva e, al tempo stesso, tanto prolifica in attacco: ieri Conte ha toccato quota 60 reti in campionato grazie a un Lukaku dominante. Rispetto alle ultime due vittorie contro le big Lazio e Milan, per la capolista è stato tutto facile. Anzi, troppo facile. Perché il Grifone, con la testa al derby di mercoledì e diversi titolari in panchina (tra gli altri Zappacosta,

Criscito, Badelj e Masiello), ha solo subìto. E' rimasto in corsa fino al 69', quando è arrivato il 2-0, chiudendos­i all'angolo come i pugili che accettano di incassare colpi su colpi, sperando però di non finire al tappeto. Se non ci fosse stato super Perin, autore di diverse parate provvidenz­iali, il ko sarebbe stato umiliante.

SENZA STORIA. Nessun dubbio che tra le due squadre ci sia un grande divario a livello qualitativ­o, ma il Genoa era arrivato al Meazza con tante certezze grazie al rendimento importante avuto con Ballardini in panchina e a una difesa che, prima di ieri, non aveva concesso reti in cinque delle ultime sette giornate. Stavolta invece i rossoblù con la testa non c'erano e l'approccio sbagliato li ha portati a subire l'1-0 di Lukaku dopo appena trentadue secondi. Bello lo scambio tra il belga e Martinez, ma la fase difensiva dei liguri è stata pessima. Sotto nel punteggio, gli ospiti non hanno avuto reazione, annichilit­i dal pressing degli interisti che andavano alla caccia della sfera sulla trequarti avversaria per essere immediatam­ente pericolosi. Il Genoa non riusciva a ripartire e l'Inter sfornava una palla gol dietro l'altra, trasmetten­do una sensazione di superiorit­à che solo la Juventus prima dell'arrivo di Sarri dava. Con Eriksen e Brozovic in mezzo al campo la manovra è stata fluida, ma lo schema più redditizio è rimasto lo stesso: palla a Lukaku, protezione dalla sfera e appoggio per i compagni. Perin è stato bombardato da ogni posizione e se l'è cavata alla grande, tanto che l'esiguo vantaggio al duplice fischio di Chiffi non rispecchia­va la differenza di valori in una prima frazione nella quale Barella ha colpito una traversa e il conto delle conclusion­i è stato 12-3.

INTER DILAGA. Nella ripresa la musica non è cambiata: il Genoa ha palleggiat­o un po' di più, ma lo ha fatto senza creare pericoli alla porta di Handanovic nonostante Ballardini sia passato al 4-3-1-2 con Pjaca alle spalle di Pandev e Shomurodov. Il match è così rimasto saldamente nelle mani dei nerazzurri che, su un errore di Onguené, hanno chiuso il discorso con una ripartenza sull'asse Lukaku-Darmian. Nel finale c'è stata gloria anche per Sanchez e il Grifone ha così perso, sempre senza segnare, la sesta gara di fila contro un'Inter arrivata, da fine ottobre a oggi, anche a nove successi consecutiv­i a San Siro. Ha una difesa di ferro, una coppia di attaccanti da 31 reti e un passo da scudetto. Difficile per Conte immaginare un pomeriggio più bello.

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GETTY Romelu Lukaku autore dell’1-0 lampo riceve l’abbraccio dei compagni
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GETTY Antonio Conte, 51 anni

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