Corriere dello Sport

Tare: «Rispettato il regolament­o»

- Di Daniele Rindone

Tutta scena doverosa all’Olimpico, preliminar­i compresi. Senza speranza di giocare e senza paura di perdere, la Lazio è scesa in campo nella partita monca che ha già trasceso i confini del calcio. Ieri è stato tutto come doveva essere, ma non lo è stato. Ai tifosi di cartapesta (presenti in Tevere) si sono aggiunti gli avversari mancanti. Il prepartita scenico di Lazio-Toro è valso anche come post. Il ring è stato solo televisivo-webistico. Il diesse Tare ha parlato a Sky dopo che il presidente del Toro, Urbaino Cairo, aveva affidato le lagnanze ad agenzie e siti. «Potrei dire tante cose ma le tengo per me», Tare s’è morso la lingua prima di difendere le ragioni della Lazio: «Noi abbiamo rispettato il regolament­o, siamo venuti allo stadio, aspettiamo 45’, dopo lasciamo tutto agli organi competenti. Avremmo voluto giocare questa gara, il campionato va rispettato, quando ci sono questi momenti gli interessi dovrebbero essere messi da parte. Facciamo solo quello che è il nostro compito, rispettare ciò che dice la Lega». Tare non è entrato nel merito delle parole di Cairo, ha solo rivendicat­o legittimit­à: «Io non devo capire, devo rispettare il regolament­o poi ci sono tanti punti di vista e non è mia competenza affrontarl­i. Non voglio creare polemica». Ha negato, a nome della Lazio, che siano state ricevute richieste di posticipo del match a mercoledì: «Non ci è stato proposto nulla, pensavamo di giocare la gara che abbiamo preparato».

IL RACCONTO. La Lazio ha rispettato ogni protocollo d’ordinanza e d’etichetta. I giocatori e Inzaghi, arrivati con le rispettive macchine, senza pullman, sono scesi in campo in tuta, alla spicciolat­a, intorno alle 17,15. Alcuni hanno fatto tappezzeri­a in panchina. Simone, vecchio routinier, ha saggiato l’erba dell’Olimpico, poi ha salutato la squadra degli arbitri capitanata da Piccinini. Lo stesso ha fatto Ciro. La Lazio aveva pranzato all’Olimpico e s’era allenata a Formello, in campo ci ha messo piede solo per la passerella iniziale. La Juve, nella notte del 3-0 a tavolino col Napoli, si scaldò per 45 minuti. E Pirlo aveva scelto la formazione tipo. Scene sì all’Olimpico, messinscen­e no. Anche l’arbitro Piccinini non s’è esibito al fischio (iniziale e finale). Alle 18,30 ha fatto scattare il conto alla rovescia. Certificat­a l’assenza del Torino, dopo 45’ minuti ha decretato conclusa la partita rimettendo tutto nelle mani del Giudice sportivo. L’arbitro aveva identifica­to i giocatori della Lazio. Ecco la formazione della non-partita: Musacchio, Hoedt e Acerbi davanti a Reina. Pereira, Parolo, Escalante, Cataldi e Lulic a centrocamp­o, Caicedo e Muriqi davanti. Per Ciro, Milinkovic, Luis e Correa una finta panchina. Alle 18,22 in Tribuna Autorità era spuntato Lotito, con gli artigli in agguato. Poco prima il cielo dello stadio era stato attraversa­to dall’aereo di Stato della Repubblica italiana. Meglio sorvolare, sul calcio.

«Eravamo pronti a giocare, nostro compito come deciso dalla Lega»

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Peruzzi, Derkum e Inzaghi FOTONOTIZI­A

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