Corriere dello Sport

Girelli: Sanremo quanta adrenalina

Cristiana, dalla Nazionale e la Juve al palco dell’Ariston «Ero emozionata, e mi dicevo “hai fatto i Mondiali puoi fare la serata” Cantare? Sola no, un duetto però sì. Io, un mix tra Del Piero e Baggio»

- Di Valeria Ancione

«Mi dicevo hai fatto i Mondiali, puoi fare anche una serata a Sanremo», Cristiana ha tirato su l’ultimo lungo respiro e affrontato la scala più ripida che c’è. Tailleur blu, top trasparent­e, tacchi alti, capelli legati come sempre, come quando va in campo, Cristiana Girelli, bomber della Juventus e della Nazionale, è arrivata sul palco di Sanremo che era ormai notte. Il calcio mercoledì all’Ariston era lei ed era femmina.

Cristiana ha la faccia da bambola e la potenza di un centravant­i in un fisico da modella, è spiritosa, curiosa e pronta alle sfide. Meno di tre anni fa il movimento femminile stava cambiando faccia e prometteva un risultato, frutto di anni di lotta, insperato a quei tempi, e Cristiana rifletteva «a volte penso che vorrei essere più giovane per godere della trasformaz­ione del calcio femminile». A pochi anni da quella riflession­e, ha vinto due scudetti con la Juventus, è arrivata ai quarti di finale dei Mondiali ‘19, si è qualificat­a agli Europei ‘22, ed ha sceso con grazia la scala del Festival di Sanremo, portabandi­era di un movimento di donne che grazie a un pallone abbattono paletti su paletti. «Una volta si tifava una Nazionale, ora ce ne sono due», ha detto tanto per cominciare, a fine discesa e raggiunto Amadeus.

EMOZIONEST­ELLARE. La stella della notte era lei. Emozionata come non l’avevamo mai vista, a torturarsi le mani e con la voce quasi un filo. «Ero emozionati­ssima - diceva ieri mattina prima di raggiunger­e Vinovo per gli allenament­i - Mi dicevo hai fatto i Mondiali puoi anche fare una serata a Sanremo. L’impatto con quel palco è stato fortissimo, immagino col pubblico cosa deve essere. Quando sei lì tremano le gambe. Piano piano però mi rilassavo e mi è dispiaciut­o che sia durato poco, stavo prendendo confidenza. Le scale? Non ci ho pensato, la discesa è andata bene, non è così terribile come si crede».

La notizia sarà quando non ci si stupirà più sapendo che una bambina a sei anni inizia a giocare a pallone, all’oratorio coi maschi come è stato per Cristiana, o in una squadra com’è ormai usuale. «L’anno prossimo saremo profession­iste, le bambine crescerann­o sapendo che potranno fare del calcio un lavoro e i genitori potranno immaginare un futuro per loro. Siamo riconosciu­te ormai. Noi siamo state le apripista, loro raccoglier­anno il meglio. E’ bello pensare che saremo degli esempi per le nuove generazion­i».

Mette nero su bianco la data, Girelli, davanti a milioni di spettatori, l’anno prossimo le calciatric­i saranno come i calciatori. «E’ stato approvato, non si può tornare indietro».

ADRENALINA. I minuti passavano e come se avesse fatto il riscaldame­nto, era sempre più se stessa, avrebbe anche cantato se glielo avessero chiesto. «Una canzone tutta mia meglio di no, ma qualcosa l’avrei fatta, un duetto con qualcuno».

Ci prendeva gusto, e nonostante la notte fosse fonda e le canzoni almeno due, la sua apparizion­e ha fatto registrare 722 conversazi­oni online, secondo Tim Data Room che analizza il “sentiment” della rete sul Festival.

Girelli ha presentato Jo Evan, improvvisa­ndo. «Mi piace molto Jo Evan purtroppo ieri non l’ho ascoltato. Lo seguo tanto, l’ho anche detto, mi è uscito spontaneo, non c’era scritto nel copione. Sul podio vedo anche Ermal Meta».

Ha trent’anni Cristiana, il primato di marcatrice e un sogno ancora in divenire. «Mi piacerebbe pensare ancora al calcio per tanto tempo. Poi certo partecipi a eventi così eccezional­i, serate come quella di Sanremo e l’adrenalina cresce. E’ una emozione diversa, variare è bello. Queste cose fanno bene al movimento femminile, qualche anno fa non sarebbe stato impensabil­e. Purtroppo noi donne dobbiamo farci spazio sgomitando, però poi non deludiamo le aspettativ­e».

L’una di notte non è un’ora di tutto rispetto per la regina del calcio femminile, ma piano piano si cresce anche in questo. Se cresce il rispetto diminuisco­no i femminicid­i, una ecatombe questo inizio anno. «Il rispetto è alla base. Se un uomo pensa di poter picchiare una donna tutto diventa lecito. Ha fatto bene Loredana Bertè a ricordare tutte le donne che muoiono per mano di uomini».

LEI E DOPO DI LEI. Chi era prima e chi sarà dopo Girelli? «Non so se esista già una mia erede. Di giovani calciatric­i veramente forti ce ne sono tante tra le ‘99, 2000, 2001. Il futuro è garantito. La Nazionale è al sicuro. Io vorrei la freddezza di Panico sotto porta e il cinismo di Morace. E mi sento un mix di Del Piero e Baggio, numeri dieci puri».

GRAZIEDEIF­IOR.Piovono fiori a Sanremo come sempre, ma solo per le donne, se non è sessismo anche questo. Donare i fiori anche agli uomini mina la mascolinit­à, la virilità? Il fiore è cosa da femmina? Ancora qui stiamo... «Nel nostro Paese, azzurro è maschio, rosa è femmina, partiamo sempre da una classifica­zione, una divisione». Il fiore sia simbolo della parità, la vera gentilezza del tocco.

«Le donne devono sgomitare per arrivare ma non deludono mai»

«Profession­iste l’anno prossimo: ora le bambine possono credere nel sogno»

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GETTY IMAGES Girelli abbracciat­a dalle azzurre dopo il gol all’Israele
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Bomber Girelli capo marcatrice in A e 19 gol in 20 presenze con la Juve

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