Arbitri, cosa va evitato
Il Bologna sostiene che, almeno in cinque fra gli ultimi episodi, l’intervento o il non intervento del Var, sia stato viziato da una mancanza di uniformità di giudizio. Quello che valeva la settimana prima non vale quella dopo, con un’unica costante: a patirne le conseguenze è il solo Bologna. In occasione della gara con il Sassuolo, oltre all’avversario dei rossoblù De Zerbi, anche il responsabile e designatore della Can, Nicola Rizzoli, ha fatto sapere che l’applicazione del protocollo Var ha nuociuto alla squadra di Mihajlovic e i responsabili dell’errore, guarda caso, non hanno arbitrato la gara successiva. E così in occasione della delicata sfida con il Cagliari è stato designato un arbitro internazionale come Marco Di Bello. Ma anche in questa circostanza un mancato ricorso alla valutazione dell’arbitro davanti al monitor per un pallone finito sul braccio di Nandez ha frustrato i dirigenti rossoblù. Possibile che con grande regolarità la decisione sul ricorso al Var si concluda con un esito sfavorevole al Bologna? Il ds Riccardo Bigon, dopo la partita pareggiata contro il Sassuolo era stato chiaro: «Ora ci siamo stufati, visto che comportarsi in una certa maniera non funziona, andremo sempre a denunciare certe incongruenze, in un clima assurdo, dove se chiedi spiegazioni finisci pure per essere espulso».
Dopo appena un turno persino Bigon ha perso la lingua e si è stancato. Questo è un brutto segno. Perché se davvero cominciasse a farlo anche la gente tutti noi rischieremmo di finire sconfitti. Smarrire passione e fiducia nelle istituzioni è il solo veleno che ci lascerebbe tramortiti in un’epoca dove tutti quelli che contano dovrebbero far capire a chi conta meno o poco che a prescindere dalle ragioni vere o supposte, il loro disagio sarà sempre preso in considerazione.