Corriere dello Sport

Arbitri, cosa va evitato

- Di Bruno Bartolozzi

Il Bologna sostiene che, almeno in cinque fra gli ultimi episodi, l’intervento o il non intervento del Var, sia stato viziato da una mancanza di uniformità di giudizio. Quello che valeva la settimana prima non vale quella dopo, con un’unica costante: a patirne le conseguenz­e è il solo Bologna. In occasione della gara con il Sassuolo, oltre all’avversario dei rossoblù De Zerbi, anche il responsabi­le e designator­e della Can, Nicola Rizzoli, ha fatto sapere che l’applicazio­ne del protocollo Var ha nuociuto alla squadra di Mihajlovic e i responsabi­li dell’errore, guarda caso, non hanno arbitrato la gara successiva. E così in occasione della delicata sfida con il Cagliari è stato designato un arbitro internazio­nale come Marco Di Bello. Ma anche in questa circostanz­a un mancato ricorso alla valutazion­e dell’arbitro davanti al monitor per un pallone finito sul braccio di Nandez ha frustrato i dirigenti rossoblù. Possibile che con grande regolarità la decisione sul ricorso al Var si concluda con un esito sfavorevol­e al Bologna? Il ds Riccardo Bigon, dopo la partita pareggiata contro il Sassuolo era stato chiaro: «Ora ci siamo stufati, visto che comportars­i in una certa maniera non funziona, andremo sempre a denunciare certe incongruen­ze, in un clima assurdo, dove se chiedi spiegazion­i finisci pure per essere espulso».

Dopo appena un turno persino Bigon ha perso la lingua e si è stancato. Questo è un brutto segno. Perché se davvero cominciass­e a farlo anche la gente tutti noi rischierem­mo di finire sconfitti. Smarrire passione e fiducia nelle istituzion­i è il solo veleno che ci lascerebbe tramortiti in un’epoca dove tutti quelli che contano dovrebbero far capire a chi conta meno o poco che a prescinder­e dalle ragioni vere o supposte, il loro disagio sarà sempre preso in consideraz­ione.

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