La beffa: Nandez vale solo un check
A Casteldebole i dirigenti del Bologna, dal direttore sportivo Riccardo Bigon al dt Walter Sabatini, ma anche l’amministratore delegato Claudio Fenucci, ieri si sono confrontati con la classe arbitrale. Cambiano le partite, gli arbitri, le sinfonie, ma continuano i malumori rossoblù.
«Siamo punto e a capo», ha detto Sinisa Mihajlovic dopo la partita di Cagliari. Come ogni settimana, gli arbitri hanno illustrato le loro ragioni sugli interventi e sulle decisioni prese. L’ultimo episodio che ha fatto infuriare i dirigenti del Bologna è quello del fallo di mano di Nandez. Solo un check, niente di più. Dunque: nessun provvedimento. Perché? La risposta è stata ondivaga, quel tocco - fanno sapere gli arbitri - poteva essere fischiato come no. E allora? Dopo il Sassuolo il Bologna aveva alzato la voce, Bigon era andato in tv, aveva fatto sentire le sue ragioni, e anche Mihajlovic aveva espresso la sua rabbia. Non è servito a molto.
TANTI EPISODI. Pressioni il Bologna ne ha fatte, ne farà ancora. Pubblicamente, con qualche dichiarazione. Ma il peso di queste azioni evidentemente ha un effetto limitato. D’altra parte sono i fatti, anzi gli episodi che parlano e mostrano come il cammino del Bologna sia ricco di episodi oltre il limite. Almeno cinque negativi, tutti sfavorevoli al Bologna. Una marea, nell’economia di un campionato. A Benevento, alla terza giornata, quello di Sozza di Sereno fu da matita rossa: un rigore non fischiato su Soriano. Un errore sull’intervento di Samir da rosso contro l’Udinese (Mazzoleni al Var, Ayroldi l’arbitro), un gol annullato a Svanberg contro la Lazio (arbitro Irrati). Ma anche il rosso ingiusto a Hickey contro il Sassuolo, una gomitata di Chiellini a Tomiyasu nemmeno segnalata dal Var. Più l’episodio di mercoledì a Cagliari.
VOCE ALTA. Più che rabbia c’è frustrazione, quello che contestano a Casteldebole sono sì i singoli episodi - in certi casi anche decisioni ortodosse, da regolamento -, ma è soprattutto la somma di queste decisioni che pende sempre come una mannaia sulla testa dei rossoblù. Bigon si è fatto sentire, ma i modi restano pacati. Non è da escludere che il Bologna torni a farsi sentire pubblicamente, Mihajlovic in conferenza stampa avrà modo di poterlo fare ancora una volta. Lo stesso potrebbe fare Fenucci nelle sedi istituzionali. Il Bologna pretende più attenzione. «Non c’è malafede», aveva detto Sinisa qualche settimana fa. Il Bologna si aspetta di vedere una gestione attenta e precisa da qui alla fine del campionato.
L’intervento con il braccio contestato dal Bologna non è valso il ricorso al Var