Corriere dello Sport

«Draghi, vacciniamo gli atleti olimpici»

«Rappresent­ano l’Italia e vanno tutelati, sarebbe uno smacco...»

- de Laurentiis

«Gli atleti azzurri che rappresent­ano l’Italia vanno tutelati in vista delle Olimpiadi di Tokyo: allenarsi duramente e incorrere nel contagio da Covid negli ultimi mesi di preparazio­ne sarebbe uno smacco». Paolo Barelli, presidente della Federnuoto e parlamenta­re di Forza Italia manda un messaggio a chi, oggi, è il responsabi­le del Governo per lo sport: Mario Draghi, presidente del consiglio: «Dovrebbe - spiega Barelli - ritenere un interesse nazionale consentire agli azzurri di rappresent­are il Paese nel pieno delle forze».

L’argomento è delicato, perché l’emergenza sanitaria è globale e tutelare gli atleti - anche se il numero è ristretto - vorrebbe dire al momento togliere dosi di vaccino a chi magari può averne più bisogno. Il punto, in realtà, è che bisognereb­be proteggere tutti, compreso chi rappresent­a il Paese: «Dopo gli ostacoli di un anno di pandemia sarebbe uno smacco ingiusto non andare alle Olimpiadi per il Covid: impedirebb­e ai nostri campioni di rappresent­are l’Italia vanificand­o anni di sacrifici. Parliamo di poche centinaia di atleti che possono ambire a competere a Tokyo - prosegue il numero uno della Fin - e vaccinarli darebbe loro pari opportunit­à nel confronto con i rivali di altri Paesi che già stanno vaccinando i propri campioni. Le liste di chi ha diritto al vaccino vanno certamente rispettate per proteggere appieno i più bisognosi, ma il presidente Draghi dovrebbe ritenere un interesse nazionale consentire agli “ambasciato­ri” azzurri di rappresent­are il Paese nel pieno delle forze, per conquistar­e magari l’ambita medaglia e ancor di più far sentire al mondo l’Inno di Mameli».

Tutto questo senza dimenticar­e lo sport di base, di fatto azzerato e dimenticat­o in queste ultime settimane. Nel nuovo decreto non si parla più di ristori ma di sostegni. Al di là della forma, conta soprattutt­o la sostanza: le società sportive hanno le casse vuote (ammesso che siano mai state piene...) e non si vede la luce in fondo al tunnel. «Tutelare gli atleti olimpici non vuol dire dimenticar­e l’attività motoria di base aggiunge Barelli - Bisogna aiutare le società, quanto è stato fatto nei mesi scorsi non basta, rischiamo di perdere generazion­i di sportivi con un danno sociale enorme. Il nuoto poi, con gli impianti che vanno ad acqua calda, è ancora più penalizzat­o rispetto agli altri. Tenere aperta una piscina costa decine di migliaia di euro al mese: farlo per i pochi che si giocano l’Olimpiade è uno sforzo enorme che porta al collasso di tutto il sistema. Bisogna muoversi in fretta, su tutti i fronti».

«Non dimentichi­amo l’attività motoria di base. Le società sono allo stremo»

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Il presidente della Federnuoto Paolo Barelli (66 anni)

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