Corriere dello Sport

Immobile ecco il vero anti-Juve

Scarpa d’Oro da lucidare prima della consegna dal sindaco e un nuovo confronto con Ronaldo Ciro è l’unico attaccante italiano ad aver segnato 3 gol allo Stadium Deve cancellare l’errore di Bologna

- Di Fabrizio Patania

L’anti-Stadium si chiama Ciro. Scarpa d’Oro da lucidare con un bel gol, a quattro giorni dalla cerimonia di consegna in Campidogli­o e dal nuovo confronto con Ronaldo. E’ l’unico attaccante italiano ad aver segnato tre volte nello stadio bianconero da quando è stato battezzato l’Allianz. Gli altri due sono stranieri: Mauro Icardi, ex Sampdoria e Inter, e Ilicic, punta di diamante dell’Atalanta. Se la Lazio ha qualche possibilit­à di spuntarla stasera dipenderà da Immobile, 144 gol in meno di cinque anni, 14 in questo campionato sui 38 realizzati sinora in 24 giornate dai biancocele­sti. Si è fermato, guarda caso, dopo aver steso il Cagliari e la squadra biancocele­ste è tornata appena normale: 1-3 con l’Inter, 1-0 sofferto con la Sampdoria, 1-4 con il Bayern e 0-2 con il Bologna. Mai capitato, durante la stagione, che King Ciro restasse a digiuno per quattro partite consecutiv­e. Simone lo ha consolato dopo l’errore dal dischetto al Dall’Ara, dove aveva fallito bersaglio dagli undici metri anche nel 2017. «Ciro sappiamo che giocatore è, era molto dispiaciut­o dopo la partita di Bologna. Si sentiva in colpa, ma può succedere a tutti di sbagliare un rigore, è capitato anche ai più grandi. Non si deve abbattere. L’ho visto lavorare come gli altri nel migliore dei modi. Sa di essere importante per noi e tornerà ad esserlo».

DOLORI E FURORI. Inzaghi gli ha dato la carica e Immobile anche stasera proverà a mettersi la Lazio sulle spalle, cercando di insidiare Danilo e Demiral (annunciati in partenza) o Bonucci, se dovesse essere rilanciato dal primo minuto. Ciro nelle ultime settimane è stato limitato da un’infiammazi­one al tendine d’Achille che ha provocato dolori e fastidi al polpaccio. Non era al top e ha perso brillantez­za anche nel palleggio, altrimenti sarebbe stato il solito terminator negli appuntamen­ti più complicati, come ha sempre dimostrato in carriera. Lo assisterà Correa nell’assalto ai bianconeri, avranno bisogno di freschezza e di ritrovare lo sprint in profondità dei giorni migliori. L’idea di Inzaghi porta verso una strategia attendista, togliendo campo e spazio a Ronaldo.

DEBUTTO. L’entusiasmo può essere la benzina giusta per la Lazio, che non si doveva più fermare dopo il terreno perso nel girone d’andata. Per Ciro è un appuntamen­to con il destino, non solo perché la Juve è il club che lo scelse da ragazzino, quando segnava raffiche di gol con gli Allievi del Sorrento e il suo cuore batteva per Alex Del Piero, idolo da bambino, che gli avrebbe lasciato il posto per l’esordio in Champions, datato 25 novembre 2009 (Bordeaux-Juve 2-0) con Ferrara in panchina.

ALLUNGO. Ciro saltò la partita d’andata dello stadio Olimpico fermato da un tampone del Campus Biomedico e una positività dubbia che poi sarebbe stata ribaltata al riesame dell’ospedale Moscati di Avellino (inchiesta tuttora in corso). Tutto torna, prima o poi, nella vita e rende più chiara la storia, offrendo possibilit­à di riscatto, di strade diverse, di nuove opportunit­à. All’ottobre 2017 risale la doppietta di Immobile che permise alla Lazio di battere la Juve di Allegri e passare all’Allianz Stadium dopo un’eternità. A luglio, invece, sfumò la sfida scudetto, ma Immobile riuscì a colpire un palo e segnare su rigore, rispondend­o alla doppietta di Ronaldo che proprio quella sera lo aveva raggiunto a quota 30 gol. L’allungo verso la Scarpa d’Oro, detenuta da Messi nelle tre stagioni precedente, gli avrebbe permesso di chiudere raggiungen­do il record di Higuain con 36 gol in 37 presenze.

Del Piero il suo idolo da bambino, l’esordio bianconero, la rabbia per la gara d’andata

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ANSA Ciro Immobile 31 anni
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